- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2012
CULTO E ICONOGRAFIA DI SANT'ANSELMO IN VALLE D'AOSTA 6. Giovanni Stornone, 1910, Estasi di sant'Anselmo. Parrocchiale di Challand-Saint-Anselrne. scrivania traboccante di libri, un al– tare con il messale aperto e altri libri sulla predella, gli ornamenti episco– pali (mitra e pastorale ordinario, da vescovo, nonché probabile tunicella celeste) appoggiati con nonchalance sul faldistorio (una sedia pieghevole con braccioli ma senza schienale; qui è una savonarola senza schienale); il santo, abbigliato all'antica (ma in ri– visitazione novecentesca), porta san– dali, tunica, casula e pallio; ha una visione estatica della Vergine in glo– ria d'angeli, lui che della Vergine ha scritto con devoto affetto. Monsignor Due annotava come una lacuna piuttosto grave per il cul– to anselmiano in diocesi di Aosta la mancanza di una reliquia del san– to48. Forse il nostro vescovo storico si era scordato che, 336 pagine prima, aveva raccontato dell'esondazione a Gressan, fermata con le reliquie di sant'Anselmo portate in processione 49 ; ci pare pertanto prudente limitare il problema della carenza reliquiaria alla sola Cattedrale, tanto più che la fonte originale del racconto di monsi– gnor Due riferisce che era il canonico Léonard Carrel, già responsabile della sacrestia maggiore della Cattedrale, che desiderava possedere reliquie di sant'Anselmo. In ogni modo, il canonico sacrista Carrel nel 1759 stimolò il vescovo De Sales a far richiesta delle reliquie anselmiane al duca Carlo Emanuele, il quale girò la questione al suo diplomatico a Londra, il conte Perrone di San Martino, barone di Quart, che chiese e ottenne dal re Giorgio II di far eseguire uno scavo nella tomba degli arcivescovi di Canterbury, onde prelevarne i sacri resti del valdostano. Probabilmente nessuno degli interessati sapeva che le reliquie di Anselmo erano state elevate nel 1146 (vedi supra), per cui nella tomba non avrebbero trovato quel che cercavano. In ogni caso, l'iniziativa venne vanificata dalle rimostranze furiose della popolazione locale, che interpretava la cosa come superstizione e idolatria, e soprattutto indebita intromissione papista. Il Carrel e il vescovo si rivolsero allora al più sicuro territorio italiano e, per vie di cono- 48 La questione della reliquia anselmiana per la Cattedrale è trattata in HEA, 8, pp. 387-390, e la sua fonte settecen– tesca è edita in L. COLL!ARD, Vie /itttrgique etpratiques de dévotion à Aoste au XVIII' siècle d'après !es 'Journaux de la Grande Sacristie de la Cathédra!e'; in BASA, n. s., VII (2000), pp. 74-76. 49 HEA, 8, p. 51. 81
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