- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2012

15. Luigi Artari, circa 1842, Sant'Anselmo. Cappella di San Grato, Cattedrale di Aosta. PAOLO PAPONE come quello di Giuseppe Antonio Avondo sulla facciata della parrocchiale di Pollein (1867-68). Dell'Avendo ab– biamo il contratto, nel quale tra le altre cose si impegnava a dipingere « A la face extérieure de l'Eglise au couchant un autre Saint-Georges à cheval, d'un coté Saint-Grat et de l'autre Saint-Anselme éveques >> ; abbiamo pure la testimonianza del risultato, datata 28 luglio 1868: « Les conseillers soit administrateurs de la commune ont re– connu la peinture des tableaux à la fresque, et les figures de tous les saints qui y sont dépeints avec le plus grand art et le meilleur gotlt que l'on puisse désirer, tellement que M. Avondo a contenté toute la paroisse ,/ 4 • Gli intagliatori e scultori ottocenteschi, chiamati a re– staurare altari barocchi, sovente li hanno rimaneggiati senza grossi scrupoli. Nella parrocchiale di Chambave è stato attivo il valsesiano Giovanni Battista Guala, che nel 1882 aveva restaurato l'altare del Rosario, men- tre nel 1883 restaura l'altare della SS. Trinità (oggi di Sant'Antonio di Padova) e scolpisce le statue di San Nicola (cotitolare dell'altare) e di Sant'Anselmo, lasciando firma e data sul libro di quest'ultimo 75 • Ritornando nella Cattedrale, torna a elevarsi non solo il livello qualitativo, ma anche la densità concettuale delle rappresentazioni iconografiche. A partire dal 1837-38 la chiesa-madre della diocesi di Aosta ricevette un nuovo volto, consono all'imperante gusto neoclassico 76 • All'interno, la navata acquistò una spaziosità grandiosa, svuotan– dosi prima degli altari, poi degli armadi, infine del jubé. La cappella di San Grato, che era stata costruita nel 1644 dal marchese Pierre-Philibert de Roncas, nel 1842 venne ingrandita e ridecorata con un programma iconografico che voleva esaltare i grandi che hanno fatto la storia della diocesi di Aosta. Casimiro Vicario subappaltò a Luigi Artari la pittura a olio dei quattro dottori della Chiesa d'Occidente (Gregorio, Agostino, Gerolamo e Ambrogio) negli ovali della cupola già decorata dallo stesso, e nei pennac– chi (posizione più 'bassà ma ben più visibile) i busti di quattro santi vescovi fortemente legati alla Valle d'Aosta: san Giocondo, definito<< aostano e vescovo di Aosta>>; il beato Emerico di Quart, vescovo di Aosta; il beato Bonifacio di Valperga, vescovo di Aosta; sant'Anselmo<< aostano, arcivescovo di Canterbury, dottore della Chiesa (fig. 15) >> 77 • 74 L. DECANALE BERTONI, Aspetti istituzionali e storici della Valle d'Aosta nel XIX secolo, in EAo, D . ROBOTTI, Archivio storico del Comune di Pollein, Hapax, Torino 2008, pp. 72-74; riproduzione della facciata a p. 75. 75 E. BRUNOD, L. GARINO, Bassa Valle e valli laterali III, Musumeci, Quart 1990, p. 113. 76 La Cattedrale di Aosta. Dal cantiere romanico ai giorni nostri, Aosta 2008, coli. Cadran Solaire, pp. 59-63. 77 Nel contratto di subappalto si menzionavano i santi « S. Grato, S. Giocondo, il Beato Bonilàcio ed il Beato Val– perga Vescovi d'Aosta»; A. M. CAREGGIO, Appunti e documenti sui pittori Artari, in BASA, XLVIII (1977), p. 304. C'era un errore evidente, dal momento che il beato Bonilàcio e il beato Valperga erano la stessa persona, Bonifacio di Valperga (Fonti, pp. 298-299), mentre mancava il beato Emerico di Quart, che venne invece rappresentato. Inoltre la reduplicazione di san Grato (già dipinto nella pala d'altare) venne evitata effigiando sant'Anselmo che, 88

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