- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/06/2012

Lino Colliard e la Società accademica di storia ed arte canavesana GIAN SAVINO PENE VI DARI* La Società accademica di storia ed arte canavesana (SASAC) è stata fondata nel secolo scorso ad Ivrea da tre cultori eporediesi di scienze storiche ed è venuta ag– gregando un numero consistente di soci, anche per la passione e la dedizione alla conservazione del patrimonio storico canavesano dei fratelli Torra (fondatori della Società), del canonico Ilo Vignono, del professar Carlo Fiore, dell'ingegner Giu– seppe Ravera. Lino Colliard, divenuto membro di tale Società nel1968, ha avuto stretti rapporti di amicizia e di colleganza culturale con questo gruppo di appassionati cultori sin dagli anni Sessanta del Novecento e li ha sempre conservati, favorendo in seguito non pochi studi anche di storia canavesana, ad esempio di Piero Venesia e di Orfeo Zanolli, grazie alla sua attiva- e prestigiosa- posizione di direttore dell'Archivio storico della Regione Valle d'Aosta. Nella Società storica canavesana anch'io mi sono unito, alla metà degli anni Sessanta, a questo gruppo di benemeriti cultori eporediesi di storia e mi auguro dunque di poter offrire qualche ricordo personale di poco meno di mezzo secolo. Quando ho conosciuto Lino Colliard, in occasione dell'esame conclusivo del corso biennale di Paleografia e diplomatica dell'Archivio di Stato di Torino nel1966, egli era già direttore dell'Archivio storico della Regione Valle d'Aosta, ufficio che stava sistemando e valorizzando con impegno, passione e professionalità. Nella società circostante, imbevuta di ammirazione per i cambiamenti introdotti dallo svilup– po industriale, l'attenzione per la conservazione della tradizione e delle memorie storiche era però indubbiamente scarsa, sopraffatta dalle aspettative per un futuro diverso e migliore. .Linteresse per la storia e la preoccupazione di preservare le ve– stigia del passato erano per lo più considerati, dagli estimatori dei progressi della civiltà industriale e delle nuove frontiere apertesi al benessere, con sufficienza- per non dire con disprezzo - come se si trattasse di "anticaglie" da mettere ormai in un angolo, se non del tutto nel dimenticatoio. I pochi convinti ed appassionati cultori della tradizione e della storia, considerati dalla mentalità dell'epoca nel complesso come ingenui rievocatori di un mondo ormai superato che non meritava più di ri– cordare nella progredita civiltà contemporanea, erano quindi portati ad accentuare Presidente della Depurazione Subalpina di Sroria Patria. 107

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