- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/06/2012

L'opera di Lino Colliard per la storia delle famiglie in Valle d'Aosta GUIDO GENTILE* Tra il 1969 e il 1970 mi trovai, quale incaricato dal Sovrintendente archivistico per il Piemonte e la Valle d'Aosta, Rosa Maria Borsarelli, a rappresentare l'Ufficio nella commissione istituita dalla Regione autonoma Valle d'Aosta per la ricognizione dell'archivio Challant ai fini del suo acquisto a favore dell'Archivio storico regio– nale. Nel castello di Chatillon incontrai, oltre al proprietario professar Ettore Pas– serin d'Entrèves, tre personaggi che rappresentavano un solenne compendio della scienza storica aostana: monsignor Amato Pietro Frutaz, il professar Lino Colliard e il professar Giuliano Pignet. Tanta autorità mi mise in soggezione, ma essi, beni– gnamente, incoraggiarono il giovane archivista torinese affidandogli il compito di provvedere a un riscontro dei materiali documentari sulla base dell'elenco somma– rio che monsignor Frutaz aveva pubblicato nell'appendice V delle sue Fonti per la storia della Valle d'Aosta 1 • Ricordo con nostalgia quei giorni operosamente passati a Chatillon, anche per il luogo e la presenza discreta, amabile e non meno interes– sante di Ettore d'Entrèves e della consorte Vittoria. Poi, i contatti che in ragione del mio ufficio continuai a intrattenere, di là da quell'occasione, con la Regione e con il direttore del suo Archivio storico, mi por– tarono a meglio conoscere Lino Colliard, che andava sciogliendo il formale riserbo con cui mi era apparso in un primo momento e si rivelava sempre più simpatico e affabile, come era nel suo carattere. Capii che la sua erudizione aveva una stra– ordinaria consistenza: la storia di cui era custode e maestro era fatta non solo di istituzioni, di culture, di tradizioni, ma anche e particolarmente di cose, di luoghi e di uomini e il suo enorme lavoro era tutto rivolto a indagare, ricuperare, proteggere e rivelare le testimonianze che li illuminano. Così mi accorsi di quanta importan– za avessero per Lino gli ambienti, i siti, gli spazi grandi e minori di quella storia, nonché gli ambiti familiari e naturalmente i singoli personaggi, anche i meno noti, anche coloro di cui emerge solo un nome. Alla luce di quanto ho percepito attraverso la non breve amicizia con Lino Colliard riguardo ai suoi pensieri e ai suoi intendimenti, mi permetto ora di ripercorrere al- Già Soprintendente archivistico per il Piemonte e la Valle d'Aosta. A.-P. FRUTAZ, Le fonti per la storia della Valle d'Aosta, Roma, Edizioni di storia e lenerarura, 1966, pp. 96- 107. 49

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=