- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2013

L E POESIE RITROVATE DI F ERDINAND F ENOIL NEL CONTESTO DELLA SUA PRODUZIONE LETTERARIA Nessun valdostano si era ancora cimentato nel romanzo storico, quando Ferdinand Fenoil pubblicò nel 1875 Anna et le Suisse valdotain. Il racconto si incentra sulle vicissitudini di alcuni esponenti della famiglia Gal di Torgnon emigrati in Francia, a partire dal piccolo Andrea, che, correva l'anno 1775, giunto zaino in spalla a Pa– rigi ed ospitato da un ricco banchiere, se ne guadagnò ben presto la fiducia e, con il gruzzolo guadagnato al suo servizio, intraprese un'attività commerciale. Lo rag– giunse nella capitale francese il cugino Antonio, che in casa del conte d'Orny si vide assegnare incarichi di sempre crescente responsabilità. Meno fortunato, suo fratello Battista - il vero protagonista del racconto - finì con l'arruolarsi nella Guardia svizzera e conobbe le fatiche e i disagi della vita militare. Frequentando Antonio, si guadagnò tuttavia l'amicizia dei figli del conte, che pendevano dalle sue labbra, quando raccontava avventure e rievocava battaglie. Parallela alle vicende dei Gal si svolge quella di Anna, una ragazza di Courmayeur a servizio a Parigi in una famiglia benestante, di cui si invaghì Matteo Gerry, un commilitone indisciplinato e prepotente di Battista. Travolta da passione sfrenata, la giovinetta iniziò a trascurare i suoi doveri, cambiò più volte padrone e, ammalata e abbandonata dall'amante, priva di sostegno e di conforto, disperò nel perdono divino. Ma ecco Battista bussare alla sua porta, dopo averla a lungo cercata per portarle i saluti dei genitori, che da tempo non ricevevano più sue notizie. Anna piangendo si confidò con lui e, aiutata a trasferirsi in ospedale, ricevette le cure che le avrebbero ridato la salute. Intanto il valdostano rivelava ai commilitoni l'ignobile condotta di Matteo Gerry, che, colpevole anche di atti di insubordinazione, lasciò l'arma, giurando vendetta. Era scoppiata nel frattempo la rivoluzione, con il suo pesante strascico di massacri, violenze, saccheggi. Il 9 agosto 1792 Battista, dopo aver respinto con le guardie svizzere l'assalto dei giacobini nei giardini delle Tuilleries, fece irruzione nella sala dell'Assemblea nazionale, dove era stato condotto Luigi XVI. Ma il re ordinò di ritirarsi ai suoi fedeli, che, incalzati dagli insorti fino al cortile dei Feuillants, ri– fiutarono di consegnare le armi. Nella mischia sanguinosa Matteo, schierato con i rivoluzionari, riuscì ad evitare lo scontro con Battista; ma gli si scagliò contro con la sciabola sguainata, quando lo vide stramazzare al suolo ferito. Gal, lasciato per morto, rinvenne tra cumuli di cadaveri e a stento si trascinò fino al palazzo del con– te di Orny, dove ricevette ogni cura e, nascosto nel vano di un camino con la bocca chiusa da un parafuoco, sfuggì alla perquisizione guidata da Gerry. Ristabilitosi, in abiti da muratore lasciò il palazzo, uscì da Parigi e, dopo un viaggio avventuroso, valicato il Gran San Bernardo, in vista ormai di Torgnon, incerto tra il riso e il pianto, intonò la canzone dell'Esule. Rimpatriò anche Anna, che, giunta al suo paese vestita di stracci come una mendi– cante, fu accolta con affetto dai familiari. Minata dalla malattia contratta a Parigi, morì così confortata dai sacramenti, attorniata dai suoi. Nella stessa ora in cui i 139

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