- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2013

TERSILLA GATIO CHANU çà et là si conclude con tre poesie, di cui due già comparse su giornali locali, la prima nel1864, la seconda nel1877. La poesia in Valle d'Aosta nel XIX secolo All'inizio dell'Ottocento Aosta era ancora quell'ambiente chiuso, paesano ancor più che provinciale, che Jean-Baptiste de Tillieraveva descritto nella prima metà del Settecento nell' Historique de la Vallée d'Aoste 58 • Un secolo dopo, Tancrède Tibaldi, un osservatore venuto dall'esterno, se pur radicato poi nel terroir, diceva del tipico valdostano: « Son idéal c'est le sol qui l'a vu naitre, la conservation du patrimoine ancestral, du foyer héréditaire, où il vit sa propre vie, fidèle à ses mceurs, à ses croyances, à ses traditions, à son passé, à son saint passé de travail, de courage, de sacrifice et d'indépendence... mais il n'est pas poète » 59 • Mancava in effetti in Valle una vera tradizione poetica. Il canonico Maxime Du– rand definì semplici « auteurs de poésies » i cultori del genere: non arrivavano che a dieci o undici, da Boniface de Challant in poi, quelli che avevano « courtisé avec succès les Muses ou escaladé heureusement le Parnasse » 60 • Ma nei primi decenni del XIX secolo - forse anche in seguito all'apertura culturale conseguente all'arrivo dei rifugiati aristocratici laici e religiosi in fuga dalla Savoia oc– cupata dai giacobini- ci fu un'improvvisa fioritura poetica di imitazione dei modelli letterari francesi dell'ultimo Settecento e del nascente Romanticismo. Non sorse in ogni caso una scuola poetica né si creò, al di là degli incontri salottieri che indub– biamente riunivano gruppi di intellettuali, un'associazione di artisti: i versificatori, impegnati in svariate attività professionali, restarono isolati, per quanto generalmen– te li accomunasse il legame al suolo natio, alla fede cattolica e alla fedeltà al sovrano. All'inizio del Novecento, tuttavia, il canonico Anselme Perret individuò in quel periodo una « charmante Pléiade » valligiana, in cui incluse Alcide e Ferdinand Bochet, Joseph Alby, «le bon docteur Vagneur », Félix Orsières, Eugène Pignet e, naturalmente, Léon-Clément Gérard 61 , il più fecondo dei poeti valligiani. Alcide Bochet (1802-1859) poneva se stesso tra i petrarchisti, ma, freddo e super– ficiale imitatore del poeta del Canzoniere, descriveva un paesaggio banale, che non riuscivano a vivificare i paragoni, indirettamente introdotti, con pesante e inefficace risultato 62 • Nei componimenti satirici il poeta si ispirò anche a Béranger, un autore 58 DE TrLLIER, Historiqtte... cit., pp. 117-118. 59 T. TIBALDI, Veillées valdotaines illustrées, Torino, Pianza, 1912, p. 261. 60 M. DuRANO, Les poètes valdotains, in BASA, XXN (1935), p. 104. 61 La poésie dans la Vallée d'Aoste in Discours et a:uvres poétiqttes du Chanoine A. Perret précédés d'une Notice biographique, Aoste, Imprimerie Catholique, 1908, pp. 32 e 34. Conferenza del 7 marzo 1905. 62 Valga, per le tante possibili citazioni, dajardin, lac et bocage: l'erba dei campi piegata dal vento« représentait 142

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