- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2013
TERSILLA GATIO CHANU Alla banalità degli elementi che compongono il paesaggio (la « voix plaintive » dell'usignolo, il canto della pastorella, il dolce mormorio del ruscello...) si aggiun– ge l'immagine sconcertante della farfalla che passa di stelo in stelo « chantant ses nouvelles amours », più felicemente presentata nella prima versione, cancellata e corretta,« cles doux zéphyrs m'annonçant le retour ». Analoga contrapposizione tra paesaggio e stato d'animo compare ne La veuve dans les bois, in cui la tristezza del poeta, attorniato dal vasto silenzio montano, è accre– sciuta dalla visione di una giovane vedova che piange alla vista di una coppia di fagiani, cui augura di restare lungamente uniti, per sé chiedendo a Dio di porre termine al suo dolore, anticipando la sua ultima ora. Non c'è calore nella lirica, né nella presentazione dell'infelice in gramaglie, seduta all'ombra dei neri larici« sur un tapis de fraises », la testa reclinata « camme une rose desséchée l au plus beau cles matins », né nel suo repentino cedere al sonno, il capo piegato sul petto « camme l'épi doré ». La situazione di contrasto si ripete in Adieu à la vie, la prima poesia pubblicata di Fenoil, che, con felice espediente letterario, pone le parole di addio alla vita sulle labbra di un condiscepolo da poco scomparso. [accettazione cristiana della fine, la coscienza di aver vissuto un'esistenza votata a Dio, la fiducia nella sua misericordia sostengono il giovane in cammino verso la patria celeste. In altri componimenti (Rien que la montagne, Signa! Sismonda) la visione dell'ama– to ambiente montano, tanto rimpianto nei periodi di lontananza, si accompagna al ricordo di familiari e amici, alla rievocazione di canti gioiosi, di libere corse tra boschi e laghi, di sonni ristoratori sul muschio tra le rocce, che si conclude ne Le retour à Comboe, con una tibulliana dichiarazione di rinuncia a onori, gloria e ricchezza: « Je ne veux que ma chaumière, l ma chapelle solitaire, l mes bois, mes champs fleuris et mon ciel étoilé ». Un salto di qualità si rileva nelle liriche dell'età matura. Ne Les charmes de lamon– tagne, incluso nella raccolta çà et là, l'autore contrappone ai deperibili monumenti costruiti dall'uomo le grandiose catene montane, sulle cui vette l'uomo si sente più vicino a Dio. La contemplazione della natura si trasforma in riflessione e preghie– ra: il poeta si rivolge a Cristo, che amava il silenzio raccolto delle alture: « C'est toujours sur les monts, c'est là que je te vois! ». Torna in Extase du touriste sur le Mont-Blanc la coscienza della presenza del Creato– re tra le bellezze del creato. Torna la meditazione sul« néant d'ici-bas »,su quest'a– tomo di polvere trascinato dal vento, travagliato da lotte cruente per la conquista di« quelques pieds de terre». Sulle vette della Valle d'Aosta,« petit coin perdu dans l'immense Univers » 88 , il dolore si placa, l'anima desidera solo giungere« au port de l'éternel bonheur ». 88 FENOIL, Auberge, monastère puis caserne in çà et là.. . ci t., p. 229. 148
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