- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2013
ACTIYITÉS DE L'ACADÉMIE Rosanna Mollo: una vita per una nuova archeologia Renato Perinetti Monseigneur, mesdames, monsieurs, chers confrères, il 5 aprile scorso, dopo una vita dedicata all'archeologia, Rosanna Mollo ci ha pur– troppo lasciati, stroncata da un malore improvviso. Mi è particolarmente toccante commemorare una collega con la quale ho condi– viso, per più di trent'anni, molteplici esperienze professionali, nelle appassionanti vicende dell'archeologia valdostana. Rosanna Mollo era nata in provincia di Cuneo, a Bra, dove ha frequentato le scuole fino alla maturità, per poi iscriversi alla facoltà di Lettere dell'Università di Torino dove si è laureata, nel 1963, sotto la direzione del prof. Giorgio Gullini, con una tesi sulla necropoli di Gravellona Toce. Sensibile alle nuove metodiche di scavo, già durante il periodo universitario par– tecipò ad alcuni scavi diretti da Nino Lamboglia, presidente dell'Istituto interna– zionale di Studi liguri, che per primo in Italia ha promosso e praticato lo scavo stratigrafìco e avviato gli studi legati alla cultura materiale. Fu certamente questa una scelta coraggiosa che influì e caratterizzò tutta l'attività scientifica di Rosanna Mollo. Dopo alcune esperienze di scavo in Sicilia, che peraltro protrasse poi ancora per lunghi anni, nel 1968 iniziò la sua collaborazione di consulente archeologico pres– so la giovane Soprintendenza aostana, diretta dall'architetto Domenico Prola. Nel 1972 sposò l'archeologo Franco Mezzena, studioso del periodo preistorico; nel 1975 nacque l'amato figlio Marcello. Nel1976 fu assunta finalmente in Regione con la funzione di direttore del Servizio archeologico, incarico che mantenne fino al 1996 quando assunse la direzione del Servizio museografico. I..:inizio fu certamente difficile e gravoso, si trattò di creare dal nulla una struttura di tutela e ricerca, fino a quel momento delegata alla Soprintendenza piemontese. Rosanna iniziò immediatamente il riordino dei materiali di scavo giacenti nell'allo– ra Museo archeologico di via Sant'Orso e lo spoglio di tutti gli archivi. A quest'attività aggiunse la ricognizione puntuale del territorio, rilevando e sche- 232
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