- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2013

STEFANIA LAziER non essere stato inizialmente realizzato per ospitare le reliquie del vescovo potrebbe provenire dall'affermazione piuttosto tarda del culto del santo 7 . Soltanto nel1490 veniva istituita nella Cattedrale di Aosta la prima cappella a lui esclusivamente de– dicata8, mentre i maggiori reliquiari racchiudenti le sue spoglie, le casse della Cat– tedrale e della Collegiata, il busto reliquiario e il braccio di Oger Moriset, furono commissionati soltanto nel XV secolo. Tali elementi di per sé non escluderebbero a priori l'esecuzione di un braccio reliquiario più antico ma, aggiunti a quanto evi– denziato, porrebbero nuovi interrogativi. Nonostante quanto asserito, troppo scarne rimangono le informazioni fornite dalle fonti, che non permettono di chiarire l'originaria dedicazione. Di essa era proba– bilmente notizia sulla lamina di chiusura del basamento, purtroppo alienata, che, oltre a citare il committente e l'anno di esecuzione, doveva riportare anche l'elenco delle spoglie racchiuse. Nessun aiuto sull'identità del destinatario, o dei destina– tari, del reliquiario parrebbe provenire poi dagli indumenti che lo ricoprono, una dalmatica accompagnata da una camicia e da una sottoveste più corta a ricami, in quanto la casula non rappresenta un elemento distintivo ed è spesso utilizzata nei bracci reliquiario sia per chierici appartenenti a gradi diversi sia per martiri, santi soldati o sovrani 9 • Come si è visto, le prime fonti note non menzionano le reliquie contenute, mentre gli stessi inventari del XIX secolo non parrebbero risolvere si– gnificativamente la questione: sebbene il culto di san Maurizio nella diocesi e nella Cattedrale di Aosta abbia avuto una tradizione rilevante e molto antica e sebbene san Tirso di Treviri, estraneo alla liturgia locale, potrebbe fornire un indizio nel suggerire un'origine per l'opera, vi sono alcune perplessità nel riconoscere tali reli– quie nelle quedam reliquiae citate dalle fonti più antiche. Liscrizione su carta che le avvolgeva, infatti, trascritta negli inventari del1837 e della fine del XIX secolo 10 , faceva riferimento alla loro collocazione sull'altare di San Nicola di Mira nel1532. Fu probabilmente solo in seguito alla demolizione della cappella che queste furono inserite nel reliquiario, come già affermava tra l'altro il Dud 1 • Alla luce di quanto finora riscontrato, questo elemento si rivela tuttavia tutt'altro che secondario perché fornisce una prova del riutilizzo del braccio, pratica peraltro comune nella storia di questa tipologia di reliquiari. Decaduto il culto dei primi dedicatari, infatti, queste opere accoglievano sovente nuove e più importanti reli- 7 P.-É. Due, Culte de saint Grat, évéque et patron du diocèse d'Aoste, fase. VI, Reliques de saint Grat et de ses auxiliaires, Turin, lmprimerie eatholique, 1896, p. 36. 8 P.-É. Due, Culte de saint Grat, évéque et patron du diocèse d'Aoste, fase. VII, Églises, prébendes canoniales, chapelles dediées à saint Grat dam la cité d'Aoste, Turin, lmprimerie catholique, 1896, p. 27. 9 M. JuNGHANS, Die Armreliquiare in Deutschland vom 11. bis zur Mitte des 13. jahrhrmderts, vol. l, Bonn, Rheinisehen Friedrieh-Wilhelms Universirar, 2002, pp. 57-58. 10 Cf. nora 5. 11 Due, Culte de saint Grat... ci r., fase. VI, p. 34. 28

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