- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2013
lL BRACCIO REUQUlARIO DI SAN GRATO DELLA CATTEDRALE DI AOSTA quie, talvolta appartenenti anche a santi diversi e, nella maggior parte dei casi non necessariamente riconducibili a frammenti del braccio o della mano, in quanto il potere di tali mezzi, essenzialmente metaforico e legato al rituale della benedizione, esulava la tipologia delle spoglie contenute 12 • Il braccio reliquiario: la tipologia e gli elementi stilistici Raffigurante un braccio destro, come la maggior parte degli esemplari di epoca me– dievale e tardo medievalei 3 , il braccio reliquiario di san Grato (fig. l) appartiene al novero di forma tubolare o conicai 4 , per il caratteristico panneggio aderente. Oltre che per la particolare resa delle vesti, l'opera si distingue per la cavità presente sotto la base, che consente l'accesso alle reliquie: si tratta di una peculiarità dei più anti– chi bracci reliquiario. È noto che i primi bracci erano sprovvisti di un'apertura sulla manica, che comparirebbe, per agevolare l'estrazione e la custodia delle reliquie, soltanto nel corso del XIII secoloi 5 • Un altro elemento significativo è dato dalle notevoli dimensioni, che oscillano in– torno ai 75 centimetri di altezza. Per questa caratteristica il reliquiario appare infatti isolato nell'ambito della produzione medievale e, tra i bracci censiti nel poderoso studio di Joseph Braun Die Reliquiare des christlichen Kultes ind ihre Entwicklung, che ancora oggi fornisce il corpus più completo di bracci reliquiario di epoca me– dievale, soltanto quelli della Collegiata di Sant'Orso di Aosta (fig. 6) e di san Sigi– smondo del Tesoro dei Guelfi, ora al Kunstgewerbemuseum di Berlino, superano, con quello della Cattedrale, i 70 centimetrii 6 • Indizi più generici sarebbero forse 12 A quesro proposiro, una doverosa citazione si deve anche al braccio reliquiario minore della Cartedrale, il Pe– tit Braso braccio di san Giocondo, dedicaro al discepolo e successore di san Graro. Anche quesro reliquiario infatti veniva citato nella visita pastorale dell528 e negli inventari dell598 e dell612 genericamente come brachium, divenendo nelle fonti braccio di san Giocondo soltanto nell'Otrocento (R. KRoos, vvm Umgang mit Reliquien, in A. LEGNER (a cura di), Ornamento Ecclesùz. Kunst tmd Kiinstler der Romanik, catalogo della mostra, vol. III, Koln, Schniitgen-Museum der Stadt, 1985, pp. 25-49; B. DRAKE BoEHM, Body-Part Reli– quaries. The State ofResearch, in "Gestà', 36/1, 1997, pp. 8-19; c. HAHN, The vvices ofthe Saints. Speaking Reliquaries, in "Gesta", 36/1, 1997, pp. 20-31; C. WALKER BYNUM, P. GERSON, Body-Part Reliquaries and Body Parts in the Middle Age, in "Gestà', 3611, 1997, pp. 3-7). 13 M.-M. GAUTHIER, Un saint du Pays de Liège au bras long, in S. MC CROSBY (a cura di), Études d'art médié– val ojfertes à Louis Grodecki, Paris, Ophrys, 1981, pp. 105-118; D. THURRE, L'atelier roman d'orfèvrerie de l'Abbaye de Saint-Maurice, Sierre, Monographic, 1992, p. 232; juNGHANS, Die Armreliquiare... cit., vol. I, pp. 44-46. 14 !bid., vol. I, p. 54. 15 H.G. LEMPERTZ, sub voceArmreliquiar, in Reallexikon zur Deutschen Kzmstgeschichte, vol. I, Sturtgart 1936, p. 1106; ]UNGHANS, Die Armreliquiare... cit., vol. I, pp. 81-84, 100. l 6 J. BRAUN, Die Reliquiare des christlichen Kztltes und ihre Entwicklung, Freiburg im Breisgau, Herder, 1940, pp. 388-411. 29
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