- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2013
STEFANIA LAziER ad Hannover. Purtroppo, il giudizio che si può avanzare su tali opere è inevitabil– mente parziale, perché di esse rimane soltanto l'anima in legno: il ricco rivestimento in lamine d'argento e d'oro, pietre preziose e filigrana è stato alienato nel 1792 ed è oggi noto soltanto da alcuni documenti e inventari dell'abbazia di San Michele 33 • Questo nucleo, che eccelle anch'esso per l'altissima qualità della scultura lignea, mostrerebbe le stesse differenze con l'esemplare aostano riscontrabili nei bracci di Berlino, dovute in prevalenza alla cronologia più alta, consistenti nella terminazione con il palmo aperto, nelle minori dimensioni, nel panneggio più semplificato e nella probabile ornamentazione confinata in ristrette bordure, testimoniata, per quanto riguarda il primo reliquiario, anche da un disegno settecentesco 34 • Tuttavia, le due opere si distinguono per una particolarità insolita e assolutamente rara, ovvero per il tipo di rivestimento composto da tre maniche, formato da due camicie o sottovesti a cui si sovrappone una dalmatica. Come accennato, questa caratteristica si riscontrerebbe in tre altri bracci reliquiario soltanto: in quello di san Laurenzio di Berlino, anch'esso realizzato su richiesta dello stesso duca Enrico il Leone, e in quelli della Cattedrale e della Collegiata di Aosta. Nei bracci di Han– nover, le due sottovesti terminano con un semplice taglio orizzontale; quasi abboz– zate su quello di san Valeria, raggiungono maggiore naturalezza sul reliquiario di san Pancrazio, che fra tutti si avvicina decisamente a quello di san Grato (fig. 11). Purtroppo mutilo del dito mignolo, presenta inoltre una simile forma dell'arto, più assottigliata in salita e che si sviluppa maggiormente in larghezza, ergendosi su di un'alta base quadrangolare. Oltre che per la presenza di tali opere, stilisticamente e dal punto di vista tipologico indubbiamente molto affini, l'ipotesi di un'origine sassone troverebbe una possibile conferma tenendo conto della particolare rilevanza nella produzione di bracci reli– quiario goduta dalla regione in epoca medievale. Da essa proverrebbero gli esem– plari più antichi risalenti all'XI secolo, tra i quali spicca quello di san Sigismondo di Berlino, mentre di un secolo più tardo sarebbe forse il braccio qualitativamente di maggior pregio rimastoci, quello cosiddetto degli Apostoli del Tesoro dei Guelfi conservato ora a Cleveland 35 , anch'esso riconducibile alla committenza di Enrico 33 Ibid., vol. l, pp. 243-244; JuNGHANS, Die Armreliquiare... ci t., vol. II, pp. 74-75, 83-84. 34 LucKHARDT, NIEHOFF, Heinrich der Lowe... cit., vol. Il, p. 321. 35 OsTERRIETH, Der Welfenschatz... cit., p. 46, n. 25, fìg. 16; LEMPERTZ, Armreliquiar... ci t., pp. 1107, 11 09; H . SwARZENSKI, Monuments ofRomanesque Art. 7he Art of Church Treasures in the North- Western Europe, London,John Dickens, 1967, tav. 212; K. HoFFMANN (a cura di), 7he Year 1200, catalogo della mostra, vol. l, New York, Metropolitan Museum ofart, 1970, pp. 104-105; R. HAussHERR (a cura di), Die ZeitderStau– ftr. Geschichte, Kunst, Kultur, catalogo della mostra, vol. Il, Stoccarda, Wurttembergisches Landesmuseum Stuttgart, 1977, fìg. 387; THURRE, L'atelier roman... ci t., p. 233, fìg. 261; LASKO, Ars sacra... ci t., p. 205, fìg. 226; LucKHARDT, NIEHOFF, Heinrich der Lowe... ci t., vol. l, pp. 246-247; }UNGHANS, Die Armreliquiare... ci t., vol. Il, pp. 31-39, l 04-111; R. EIKELMANN (a cura di), 7he Cleveland Museum ofArt. Meisterwerke von 300 bis 1550, catalogo della mostra, Monaco, Hirmer, 2007, pp. 122-123, n. 39. 34
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