- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2013
IL BRACCIO RELIQU!ARIO DI SAN GRATO DELLA CATTEDRALE DI AOSTA Appendice Le placchette in smalto champlevé Definite da Pietro Toesca di origine limosina 37 , le quattro placchette in smalto champlevé della base del braccio reliquiario di san Grato furono giustamente ri– condotte all'ambito reno-mosano da Luigi Mallé nel 1950 38 , che evidenziò come la tipologia ornamentale geometrica e vegetale utilizzata, formata da «monticoli, rametti, fiori e losanghe», li ponesse al di fuori del comune repertorio di Limoges 39 • :Lattribuzione, nonostante qualche eccezione largamente condivisa, è stata appro– fondita da Vittorio Vialé 0 e da Noemi Gabrielli 4 I, che hanno indicato per gli smalti un'origine mosana, mentre lo stesso Mallé li ritenne in seguito renani 42 • Tuttavia, un'analisi di tale produzione mostrerebbe come la questione sia di non così sem– plice interpretazione, in quanto per simili realizzazioni di carattere puramente or– namentale una netta distinzione tra le due aree non sarebbe facilmente possibile. Per quanto riguarda infatti le placchette composte da un disegno a embricatu– re, all'interno delle quali sono foglie trilobate su fondi a fasce (fig. 4), parrebbero esservi riscontri tanto nella produzione mosana, quanto in quella renana. Smalti 37 ToESCA, Catalogo delle cose d'arte... ci t., pp. 53-55. 38 L. MALLÉ, Antichi smalti cloisonnés echamplevés dei sec. XI-XIII in raccolte e musei del Piemonte, in "Bollettino della Società piemontese di Archeologia e Belle Arri", 4-5/1950-1951, pp. 131-132, fig. 65. 39 È noro infatti che le regioni della Mosa e del medio Reno, in particolare le diocesi di Liegi e di Colonia, raggiunsero nella tecnica dello smalro champlevé livelli di eccellenza, soprarrutro fra il 1140 e il 1200 circa, ramo da superare il cemro meridionale di Limoges, orienraro maggiormente verso una produzione seriale e di minore pregio (L BELLI BARSALI, Lo smalto in Europa, Milano, Fabbri, 1966; E. STEINGRABER, sub voce Email, in Reallexikon zur Deutschen Kzmstgeschichte, vol. V, Sruttgarr, Merzlersche, 1967, pp. 25-36; M.-M. GAUTHIER, Émaux du moyen age occidental, Fribourg, Office du Livre, 1972; A. LIPINSKY, Oro, argento, gem– me e smalti. Tecnologia delle arti dalle origini alla fine del Medioevo, 3000 a. C.-1500 d. C., Firenze, Olschki, 1975, pp. 389-404; P. VERDIER, Émaux mosam et rhéno-mosans dam !es collections des Étas-Unis, in "Revue Beige d'Archéologie et d'Histoire de l'Art", 44/1975, pp. 3-105; M.-M. GAUTHIER, Éma!IX septentrionaux. Colloquedu British Museum, 17-19 novembre 1978, in "Revue de l'Art", 43/1979, pp. 79-82; M. CAMPBELL, An Introduction to Medieval Enamels, London, Her Majesry's starionery office, 1983, pp. 15-32;]. CHERRY, Medieval Craftsmen. Goldsmiths, London, British Museum Press, 1992; R. DISTELBERGER, A. LucHS, P. VERDIER, ~stern Decorative Arts, Washington, Narional Gallery of Art, 1993, pp. 13-18; N. STRATFORD, Catalogzte ofMedieval Enamels in the British Museum. Northern Romanesque Enamel, London, Brirish Muse– um Press, 1993, pp. 11-17; E. SPEEL, Dictionary ofEnamelling. History and Techniques, Aldershor, Ashgate, 1997, pp. 106, 124; A.R. CALDERONI MAsETTI, sub voce Smalto, in Enciclopedia dell'Arte medievale, vol. X, Milano 1999, pp. 732-745; M. CoLLARETA, Oreficerie e tecniche orafe, in E. CASTELNUOVO, G. SERGI (a cura di) , Arti estoria del medioevo, vol. II, Torino, Einaudi, 2003, pp. 556-560; H. ZINNKANN (a cura di) , Email 12.-11. jahrhrmdert, Frankfurr am Mein, Museum fiir Angewandte Kunst, 2004, pp. 20-23, 30). 40 VIALE, Gotico e Rinascimento... ci t., p. 242. 4 1 N . GABRIELLI, Oreficerie medioevali fiamminghe in Piemonte, in "Bulletin de l'Institut hisrorique beige de Rome", 20/1939, p. 238; BRUNOD, Reliquiario del braccio... cit., p. 22. 42 MALLÉ, Le artifigztrative... cit., p. 123. 37
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