- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2013
GEOMETRIA E TEOFANIA IN UN MOSAICO DEL Xlii SECOLO DELLA CATTEDRALE DI AOSTA nesso simbolico, Didron non scarta l'ipotesi che gli animali reali o fantastici siano in relazione quaterna con i fiumi del Paradiso e con gli evangelisti: « Nul doute, à notre sens, que ces trois zones composées de quatres betes chacune, ne dussent avoir une portée symbolique relative à chacun des quatres fleuves et à chacun des quatre évangélistes » 14 • Carlo Promis (Le antichità di Aosta, 1862) dedica poca attenzione ai mosaici, collo– cando cronologicamente al VI secolo quello inferiore e ad epoca posteriore quello superiore. Egli ritiene che le misure dei due tappeti musivi (rispettivamente 4,72 x 6,17 e 2,36 x 4,72), se trasformate in piedi romani (un piede= 0,295 m) equi– valgano a piedi 16 x 21 e piedi 8 x 16: «Misurando adunque codesti lati in Aosta intieri piedi romani, mi persuade appartenere essi ad età nella quale non era ancora alterato quel piede, come accadde dopo il VI secolo » 15 • I successivi studi degli storiografì locali Édouard Bérard e del vescovo Joseph-Au– guste Due, rispettivamente del 1876 e del 1891, sono il risultato di un vistoso, ma comune ad entrambi, malinteso linguistico, che ha fatto ritenere il mosaico del coro opera di un noto scultore locale, vissuto tra la prima e seconda metà del Quattrocento: Stefano Mossettaz 16 • Édouard Bérard in una mémoire presentata all'Académie Saint-Anselme riporta un obitus relativo a Francesco di Challant (1442) e tratto dal Martirologio della Cat– tedrale, in cui evidenzia che il conte « Item fecit fieri suis espensis solanum supra chorum ».Il Bérard interpreta tout court la parola solanum come pavimento, suolo, facendo riferimento al mosaico inferiore, sui cui era stato eretto il mausoleo del conte di Challant, scolpito da Stefano Mossettaz 17 • 14 DIDRON, Mosai"que ... cit. p. 391. 15 C. PROMIS, Le antichità di Aosta, Stamperia Reale, Torino 1862, copia anastatica, Sala Bolognese, Arnaldo Forni Editore, 1979, pp. 9-10. 16 Bérard presenta la memoria nella seduta dell'Académie del 22 novembre 1873. Nell'occasione si dà lettura di una lettera del vicepresidente della Società degli antiquari del Reno, il quale pone la questione dell'in– completezza del mosaico superiore, riferendosi all'assenza degli altri due fiumi del Paradiso. I.:assemblea, artenendosi all'opinione dell'Aubert, darà risposta affermativa. Séance du 22 novembre 1873, in BASA, IX (1876), pp. 7-8; É. BÉRARD, Mémoire sur la mosai"que intérieure du chamr de la cathédrale d'Aoste, in BASA, IX (1876), pp. 1(11)-7(17); J.-A. Due, Mosai"que du ch(Eur de la Cathédrale d'Aoste. Son age, in BASA, XV (1891), pp. 59-69. 17 La prima collocazione del mausoleo di Francesco di Challant doveva essere accanto alla cappella del vescovo Oger Moriset, prossima al portale d'accesso occidentale al chiostro. Tra il1420 e il1421 il Capitolo prese atto delle richieste di autorizzazione congiunte del vescovo e dello Challant. I canonici deliberarono l'assenso per la cappella di Moriset, mentre rinviarono la decisione sulla collocazione del mausoleo di Francesco. I verbali delle sedute del Capitolo dello aprile 1420 e deliO maggio 1421, in cui si autorizza la costruzione della cap– pella Moriset e si prende arto della richiesta di Francesco di Challant, sono tuttora conservati presso l'Archivio capitolare: ACCA, inv. TIR BOiTE 005B L02 0_020, ! 0 aprile 1420; v 112 VOL 508.5, IO maggio 1421. Per approfondimenti sui documenti in relazione a queste autorizzazioni cf. R. DAL T10, Il chiostro della Cattedrale di Aosta. La storia, iprotagonisti, il significato simbolico, Aosta, Le Chateau, 2006, p. 23-25 e note; R. DAL T10, G. THUMIGER, Ad opus claustri Ecclesid'.Augustensis, Aosta, Le Chateau, 2011, p. 23, 92 e note 34, 35. 57
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