- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2013
GEOMETRIA E TEOFANIA IN UN MOSAICO DEL XIII SECOLO DELLA CATTEDRALE DI AOSTA Philippe-Maurice de Challant, per evitarne la profanazione ad opera delle milizie rivoluzionarie 22 • Il primo a contraddire l'attribuzione del mosaico del coro all'opera del Mossettaz, quindi la sua collocazione cronologica al X:V secolo, è Pietro Toesca che così com– menta: <<È erronea l'opinione di F. Lasteyrie che attribuisce il pavimento al sec. IV-V e quel– la del Bérard che assegna al sec. XV il riquadro inferiore, ché i nostri mosaici trovano riscontro soltanto nell'arte del XII-XIV sec. [...] per la stessa ragione non si possono riferire ad essi le notizie introno al "solanum chori" lavorato da Stefano Mossettaz di Aosta, "magister imaginum", tra il 1429 e il 1434. Se veramente accennano a lavori fatti nel pavimento, conviene dire che questi non ci furono conservati, o si limitaro– no a un lastrico lapideo composto dal Mossettaz intorno la mausoleo di Francesco di Challant, ch'egli aveva scolpito e collocato appunto nel coro » 23 • Nel 1987 Bruno Orlandoni afferma, più esplicitamente, che il termine solanum, così come riportato in altri documenti di conti, stia ad indicare non un pavimen– to, bensì un solaio, un soffitto 24 • Il latino classico intende per solanum la mora del gelso, da cui il termine botanico solanacee. Il latino tardo non contempla il termine nel significato di pavimento, suolo, bensì solarium, tabulatum che in area Gallica trova l'equivalente in solier, tribune, quindi un soffitto, un solaio, una soletta 25 • È un fatto che in diversi documenti relativi a conti di cantiere redatti in Valle d'Aosta, la descrizione dell'opera lasci intendere la correttezza della traduzione solanum = soffitto, solaio 26 • 22 Due, Mosafque... cit., pp. 67-68. 23 P. ToESCA, Catalogo delle cose d'arte edi antichità d'Italia, Aosta, serie I, fascicolo l, Roma, Calzone, 1911, pp. 11-12. 24 B. 0RLANDONI, Appuntiper una indagine sulla consistenza originaria esulla dispersione delpatrimonio artistico gotico in Vàlle d'Aosta, in D. VICQUÉRY, La devozione in vendita. Furti di opere d'arte sacra in Valle d'Aosta, "Quaderni della Soprintendenza per i beni culturali della Valle d'Aosta", Roma, !.:Erma di Brerschneider, 1987, p. 23, nora 5. 25 C.-F. Du CANGE, Glossarium mediae et injìmae latinitatis, Niort 1883-1887, ristampa anastatica Sala Bolo– gnese 1992, a.v. solarium, pp. 511-512. 26 Un documento datato 1348, relativo ai lavori di restauro della casa del priore Giovanni di Vallaise, riporta il termine solanum inteso come solaio, soffino: « Faciendo ipsum murum qui est extra domum facram de lar– go, a pede usque ad primum solanum de rribus pedibus et ab illosolano superius de duobus pedibus >>. Cfr. R. BERTOLIN, Arnad, anno 1348: i lavori alla casa del priore Giovanni, illegittimo di Vallaise, in F. BAUDIN, R. BERTOLIN, O. BoRETTAZ, Treinadan 2000, Saint-Christophe, Due, 1999, p. 21. Il documento originale è conservato presso l'ANA, protocollo del notaio Rolero Magni de Curiamaiori, datato 24 settembre 1348. Nei conti della Castellania di Cly un documento del1400 descrive la costruzione del solaio in legno: « Dicco francisco castellano quod ipse deberer facere reparare dicram turrim in statu opportuno et dicros duos sola– nos fieri facere de bonis rrabibus, postibus, chivronibus, laris et losis pro quantirare infrascripta »; cf. ASTO, Sezioni Riunite, Camera dei Conti, Savoia, inv. 68, foglio 63, Cly Chatellenie, mazzo 4, doc. 3. 59
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