- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2013
RAuLDAL T1o Conclusa la presente digressione, di fatto indispensabile per fugare ogni dubbio in merito al malinteso generato dal Bérard e dal Due, la storiografìa dei mosaici continua con il Catalogo della cose d'arte e di antichità di Pietro Toesca, il quale, contraddicendo Bérard e Due, data il mosaico inferiore al XII secolo e quello su– periore al XIII o al XIV secolo. Sei anni più tardi (1917), Arthur Kingsley Porter daterà i mosaici al 11 00 27 • Noemi Gabrielli nel 1957 concorda con la datazione di Toesca e concentra la sua attenzione proprio nella descrizione del mosaico superiore: « Il secondo mosaico sembra mutilo, rappresenta i fiumi biblici il Tigri e l'Eufrate, e vari animali inseriti in una complicata composizione geometrica, in cui si sovrap– pongono quadrati, triangoli, cerchi in un fondo angusto di spazio. Il contorno è agile, movimentato, guizzante è la rappresentazione della ruota attorno alla giran– dola centrale. Più ricco di cromia del precedente, è notevole per senso decorativo. La chimera e gli animali inseriti nei triangoli sono resi con una vena spiritosa e quasi caricaturale. [...] Derivano entrambi da una stessa fonte che aveva il suo centro arti– stico nella famosa città eporediese, fiorentissimo ai tempi del vescovo Varmondo, e riprendono gli elementi di quello stile lineare, che nel primo rivela ancora la ricerca costruttiva del disegno, nel secondo, più vicino alle più tarde miniature dello scrip– torium di Ivrea, si traduce in motivi di sapore ornamentale >> 28 • Si mette qui in rilievo la sua struttura geometrica, della quale l'autrice rileva l'aspet– to dinamico della rota centrale, un elemento iconico che è ripreso dalle miniature e illustrazioni dei codici. Il primo saggio dettagliato sui mosaici di Aosta, ricco di confronti stilistici con le realtà dei tassellati padani, piemontesi ed esaustivo in quanto a storiografia, lo si deve a Elena Pianea nel contesto del volume Piemonte romanico edito nel 1994 a cura di Giovanni Romano. .Lautrice intitola il paragrafo, parte di un più ampio contributo (I mosaici pavimenta/i del Piemonte romanico) Le immagini del mondo a Torino e Aosta, una suggestione anticipatrice di quanto verrà qui di seguito det– tagliato, in merito alla transizione tra cosmografia pagana e cosmografia cristiana. Condotti i dovuti confronti stilistici del mosaico inferiore con i litostrati di Pia– cenza (cripta chiesa di San Savino), Bobbio (San Colombano), Pavia (presbiterio di San Michele), la cui composizione in medaglioni e la tecnica di realizzazione paiono però ancora legarli ad una tradizione antica, la Pianea indugia su quello su– periore, non nascondendo l'evidente, quanto complesso, simbolismo iconografico: 27 A. KlNGSLEY PoRTER, LombardArchitecture, vol. l, Yale, University Press, 1917, p. 330. 28 N . GABRIELLI, L'arte nella Valle d'Aosta: lineamenti dal sec. XI al sec. XVI, atti del XXXI congresso storico subalpino, Aosra 9-11 settembre 1956, Depurazione subalpina di Sroria parria, Cuneo 1958, pp. 391-421. 60
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=