- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2013
GEOMETRIA E TEOFANIA IN UN MOSAICO DEL XJil SECOLO DELLA CATTEDRALE DI AOSTA La revisione della storiografia dei mosaici di Aosta rivela un fatto interessante; a partire dalle sue prime descrizioni, in cui l'obiettivo preminente era l'individuazio– ne della provenienza delle maestranze e la datazione del mosaico, progressivamente l'attenzione degli autori si è andata spostando più verso l'indagine iconologica, nel tentativo di comprendere il significato globale della composizione, rilevare i diversi temi raffigurati ed individuarne le fonti letterarie. Studiosi, antiquari ed eruditi del XIX secolo, tra i quali spiccano le figure dell'Au– bert, Lasteyrie e Didron, avevano già proposto consistenti equivalenze tra i fiumi del Paradiso, il tetramorfo, le virtù, i quattro elementi e sondato, non senza perples– sità, la ricca figurazione zoomorfa, nell'intento di restituire una lettura dei simboli il più possibile unitaria. I molteplici significati insiti in ogni singolo animale, frutto di una migrazione (e successiva assimilazione) dall'iconografia dell'antichità paga– na a quella cristiana, hanno condizionato una lettura frammentaria, comunque soltanto organizzata per temi: simboli cristologici (pesce, chimera, grifone, leone, ippocampo), antimondo (manticora, iena), virtù (unicorno, elefante). La composizione geometrica centrale, sorta di griglia-contenitore della componen– te figurale, insieme composito di quadrati, cerchi, settori, spicchi, otticamente di– namizzato dalla bicromia alternata del tassellato, ha suscitato l'attenzione della sola Gabrielli, ma senza alcun seguito nell'approfondimento. Se i mosaicisti riservarono alla figurazione geometrica una così appariscente cen– tralità, è difficile pensare che si tratti di una parte della composizione realizzata con fini puramente decorativi. È vero che l'insieme figurale appare distante e più che mai originale, se paragonato con la struttura formale degli altri mosaici; tuttavia, se ci si limita ad un confronto sulla base della sola geometria della composizione, ci si accorge che, astratte le figure rappresentate, i due elementi pressoché costan– ti sono il cerchio e il quadrato. È nel contesto dell'intreccio, della duplicazione, dell'inscrizione (tutte operazioni geometriche) di queste due figure che si realizzano i progetti compositivi di quasi tutti i mosaici in cui la raffigurazione del mondo sia il tema centrale: il cerchio dell'Annus, i clipei che contengono le figure dei mesi, gli anelli zodiacali e le costellazioni, i labirinti. La straripante ricchezza numerica delle figure che li popolano distrae dal vedere l'ossatura geometrica sottostante che, al contrario, ripropone con costanza sia la memoria di una cosmografia antica, sia i significati anagogici del quadrato e del cerchio, figure che scorrono trasversalmente la cosmologia g_!:..eco-romana, il giudaismo cabalistico e la teologia cristiana. La geometria del mosaico superiore di Aosta si mostra, a differenza di altri, in tutta la sua astratta essenzialità, proponendo nel gioco delle diagonali, delle tangenti, delle inscrizioni e rotazioni dei concetti teologici e dottrinali: il quadrato come ter– ra, il cerchio come cielo, l'ottagono come intermedio, mentre le diagonali tracciano simboli cristologici: la croce e il Chrismon. 65
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