- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014

MARrE-RosE CoLUARD miei compiti da documentalista, affiancandosi alle ordinarie attività di ricerca e alla gestione della sezione didattica. Cenni storici sulle vicende della Federazione ANEI della Valle d'Aosta I:armistizio che l'Italia stipula con gli anglo-americani a Cassibile (SR) il3 settem– bre 1943, reso noto 1'8 settembre, sconvolge la relazione con la Germania alleata, con cui i nostri soldati stanno condividendo l'esperienza di guerra su diversi fronti. Le conseguenze immediate dell'armistizio sono la cattura, da parte dei Tedeschi, di più di 700 000 militari italiani e il loro invio in appositi campi di internamento ubicati in tutta l'Europa occupata. Nella maggioranza dei casi, nelle prime settima– ne dell'internamento i soldati sono posti di fronte ad una drammatica scelta: con– tinuare a combattere a fianco dei nazisti o della Repubblica sociale italiana oppure sottomettersi alle condizioni della prigionia. Mentre gli ufficiali sono prigionieri passivi almeno sino all'inizio dell944, secondo le convenzioni di guerra all'epoca vigenti, i soldati semplici e i sottufficiali vengono utilizzati come manodopera in molteplici forme di lavoro coatto, in base alle esigenze dell'industria bellica e dell'e– conomia di guerra tedesca. Questa stessa sorte tocca anche a più di l l 00 giovani valdostani, deportati nei campi dell'Europa nazista tra il mese di settembre dell943 e la primavera dell945 con lo status inedito di IMI, internati militari italiani, che li priva persino delle garanzie che la Convenzione di Ginevra del 1929 assicura ai prigionieri di guerra. La loro è una vicenda drammatica, all'insegna di uno sfruttamento sistematico e segnata da una profonda sofferenza fisica e psicologica, che lascia nei sopravvissuti tracce indelebili. Sono un centinaio quelli che non rientreranno in Valle d'Aosta, avendo perso la vita durante i mesi di prigionia. Nell'immediato dopoguerra e per qualche decennio successivo, in ragione del fatto che il dibattito politico si sta concentrando prevalentemente intorno agli echi della lotta partigiana, sulla vicenda degli internati militari cala il silenzio: la maggior parte di loro, in tutta Italia e anche nella nostra regione, preferisce rimuovere il ricordo della dolorosa prova e ritirarsi a vita privata, rinunciando anche ai vantaggi che possono venire dall'appartenere ad un'Associazione di rilievo nazionale; non vi sono infatti per loro né accoglienza calorosa né riconoscimenti di sorta. Per certi versi si può dire che questa triste pagina della storia nazionale diventa l'oggetto di un'imba– razzante rimozione, nonostante enti come l' ANEI si organizzino fin da subito allo scopo di assistere moralmente e materialmente i loro soci e di farne valere i diritti, compresi quelli agli indennizzi da parte tedesca per il lavoro prestato coattivamente (indennizzi peraltro corrisposti solo in un'esigua minoranza di casi). Con l'avanzare dell'età dei protagonisti di questa vicenda, in epoca più recente, soprattutto a parti- 118

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