- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014
ROMANO PENNA come fa qualcun altro, è anche possibile analizzare il testo paolina secondo una certa 1èndenzkritik e dedurne che Paolo usurpa il sistema di potere proprio di Roma, sia sfidandolo dall'interno, sovvertendo il significato del suo linguaggio, sia introducendovi una nuova componente di irrazionalità (consistente nell'idea di un crocifisso e di un salvatore trasgressivo, ecc.), sicché l'Apostolo potrebbe essere detto un rivoluzionario, se non fosse invece un reazionario. 18 Tuttavia, bisogna pur riconoscere che in Rom 13,1-7 Paolo non menziona neppure "Roma", e similmente, per analogia, non tratta né dell'Impero romano, né dello Stato in sé, né della Politica con la maiuscola. 19 Certo non c'è nessun confronto possibile né con la Repubblica di Platone, né con la Politica di Aristotele, in quanto elaborazioni di una teoria di governo. Ma l'esegesi dovrà altrettanto riconoscere che non c'è stata fedeltà al testo neppure da parte di un cristiano/vescovo come Bossuet, che nel suo trattato Politique tirée des propres paro/es de l'Escriture sainte si riferiva tra l'altro al testo paolina in esame, volendo giustificare addirittura la mo– narchia assoluta del Re Sole! 20 I problemi posti dal testo sono di altro genere. C'è soprattutto un interrogativo, che riguarda l'identità delle «autorità»/s~oua(m, di cui qui si parla come in nessun'al– tra parte delle lettere autentiche dell'Apostolo. Bisogna infatti prendere atto che il termine sKoua(a, pur ricorrendo 17 volte in queste lettere (cf. Rom 9,21; 13,lbis.2.3; lCor 7,37; 8,9; 9,4.5.6.12.bis.l8; 11,10; 15,24; 2Cor 10,8; 13,10), soltanto nel nostro caso supera di gran lunga i l significato generico d i «possibilità, capacità, potere di fare o non fare personalmente qualcosa», e acquista invece la va– lenza di un effettivo esercizio pubblico di potere. Le uniche altre eccezioni in que– sto senso riguardano la dimensione cosmica delle potenze celesti (cf. l Cor 15,24: in binomio con :n:oaa àpx~) e quella ecclesiale dell'autorità apostolica di Paolo stesso sulla comunità corinzia (cf. 2Cor 10,8; 13, l 0: datagli per edificare, non per distruggere). Ma l'orizzonte propriamente "politico" della semantica del termine si trova solo in Rom 13,1-7, dove in più il vocabolo è ripetuto quattro volte; 21 anzi, 18 Così B. BmMENFELD, lhe Politica/ Pau!. ]wtice, Demomtcy and Kingship in a Hellenistic Framework, ]SNT Suppl. 210, Sheffield, Academic Press, 2001; c[ ibid., 291; «I would ca!! Pau! a revolutionary ifhe were nor so much of a reactionarp>. 19 Cf. O. Wt.scHMEYER, «Staar und Chrisren nach Romer 13,1-7. Ein neuer hermeneurischer Zugang», in M. KARRER-W. KRAus-0. MERK (a cura di), Kirche und Vo!k Gottes. Fs]. Roloff, Neukirchen-Vluyn, Neukir– chener Verlag, 2000, pp. 149-162, qui 156. 20 Benché l'opera sia stata pubblicata postuma nel 1709 in dieci libri, i primi sei erano finiti già nell679. Jacques-Benigne Bossuet cita espressamente Rom 13,1-5 per dire che l'autorità regale è sacra (Libro III, art. 2, proposition l) e assoluta (Libro IV, art. l, proposition l) e che chiunque vuole rovesciare i governi legittimi non è soltanto un nemico pubblico ma anche nemico di Dio (Libro II, are. l, proposition 12). In generale, sulla storia dell'interpretazione, cf. J.V: PICCA, Romanos 13,1-7. Un texto discutido. Prolegommos para su interpretacion, BSR 34, Roma, LAS, 1981, pp. 26-113. 21 Esso invece è assente in lCor 6,1-11, dove, nei confronti dei tribunali pagani di Corinto, Paolo prende posizione in termini negativi molto generali; «essere giudicati dagli ingiusti (cioè, dai Gentili non cristiani)». 136
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