- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014

UNA PIE'ffiA DI CONFINE E UNA SORGENTE: VERTENZE SETTECENTESCHE SUL GRAN SAN BERNARDO come quella che attorno ai riflessi e alle implicazioni di quegli eventi offrirebbero le carte della Casa e prevostura del Gran San Bernardo. A mia scusa direi che, ben persuaso della parzialità e provvisorietà del mio contributo, intendo soltanto esporre il racconto che di quella vicenda possono fornire i materiali conservati in alcune cospicue buste dell'Archivio torinese. Questi documenti, peraltro, danno voce anche ai rappresentanti della Repubblica del Vallese, nella misura in cui riportano le loro argomentazioni e le pezze da essi prodotte. Lasciano così cogliere il gioco di entrambe le parti, i rispettivi intendi– menti e motivazioni, i contrasti e le faticate, precarie convergenze attorno alle que– stioni allora discusse. I documenti torinesi comprendono, inoltre, insieme con pre– gevoli rappresentazioni cartografiche dei luoghi in discussione, varie testimonianze che rispecchiano l'ambiente umano coinvolto in quelle controversie: vi compaiono infatti non solo i rappresentanti dei due governi e i cartografi da questi impegnati, ma anche vari frequentatori delle montagne attorno al valico: cacciatori, pastori e marroniers, nonché alcuni religiosi che facevano o avevano fatto parte della comu– nità dei canonici regolari del Gran San Bernardo. Il sorgere delle contestazioni attorno al limite della Fontaine Couverte Il l Omaggio 1755, da Viège, il Segretario di Stato della Repubblica del Vallese, Blatter, scriveva al vicebalivo e governatore di Aosta, Jacques Salteur, magistrato del senato di Savoia: « Il est revenu à la République que la limite qui sépare les deux Etats sur le Grand Saint Bernarda été renversée, comme il convient qu'elle soit redressée pour obvier à des inconveniens qui en pourraient resulter et alterer la bonne correspondance qui a heureusement subsisté depuis longtems entre les deux Etats, la République souhait– teroit que cela se fit au plutòt d'un consentement réciproque. C'es pourquoi elle m'a chargé, monsieur, de vous en faire part et de vous prier de vouloir bien concourir de votre coté à une fin si louable et de marquer le tems le quel vous jugerez le plus convenable pour cet effet et au quell'an se conformera de ce coté ici et nommera une personne pour y assister au nom de la République ». Contemporaneamente la Repubblica informava il Re che la pietra piantata al confi– ne del Gran San Bernardo, tra il Vallese e il ducato di Aosta, e recante le armi delle due sovranità era stata « considerablement endommagée » e altre simili pietre, poste nel1737 rispettivamente tra il Vallese e Abondance e verso Monthey sulla monta– gna di Chauxlongue, erano andate distrutte. Chiedeva quindi che si ristabilissero tali limiti. Il Re dispose che il vicebalivo di Aosta e l'intendente del Chiablese fossero incaricati di accordarsi colle autorità del Vallese per tali operazioni. Con lettre deca– chet del 3 giugno dalla Venaria, ordinò al primo di verificare cosa fosse successo alla 13

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