- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014
ROMANO PENNA da dominatori Gentili, si comporteranno nei loro confronti in maniera distaccata 30 ma rispettosa, 31 consci comunque della propria irriducibile diversità. Peraltro, non sarebbe corretto pensare che Paolo nella lettera ai Romani sia in– teramente a-critico nei confronti delle ambizioni imperiali. Già il diffuso impie– go del titolo cristologico KUptoç ( 44 volte in Rom), con la sua evidente portata universalistica, implica una sottintesa presa di distanza dalle pretese di divinità serpeggianti da Augusto (divi filius) in poi nella dinastia giulio-daudia. 32 E se fin dall'inizio della lettera Paolo afferma che Gesù Cristo «fu costituito figlio di Dio a partire dalla resurrezione dei morti» (l ,4a), sapendo che Claudio era stato appena deificato dopo la sua morte (ottobre 54), 33 non si può non mettere in conto il con– trasto stridente che la fede cristiana comportava nei confronti del potere imperiale. Quanto ad altri concetti più generali (Pax, Iustitia, Victoria, Libertas, Concordia), celebrati da Augusto in poi come caratteristiche dei vari Imperatori, bisognerà for– se essere piuttosto cauti; 34 ma è certo che in ambito romano essi potevano suonare in maniera diversa e tendenzialmente polemica, se proprio a Roma o almeno in uno scritto inviato ai cristiani della Capitale dell'Impero venivano avocati al Dio della fede cristiana. 30 Nella Mishnah ci sono delle esplicite messe in guardia: «Shemajà [di erà erodiana] dice: Ama il lavoro, odia la grandezza e non fàrri conoscere dalle autorità» (P. Ab. l ,O); c&are in guardia dalle aurorirà, perché avvicinano un uomo solo per il proprio interesse» (ib. 2,3); a proposito di quest'ultima sentenza, ecco il commento del medievale R. Josef ibn Nachmias: •Q uando il leone scopre i denri, ru non pensare che sria ridendo. Si sra solo preparando a sbranare. E i re sono rra gli uomini quello che sono i leoni rra gli animali» (Detti di Rabbini, a cura di A. MELLO, Bose, Qiqajon, 1993, p. 79). 31 In una bamita del Talmud babilonese si legge di R. Jose ben Qisma (verso il 110) che così si rivolse a R. Anania ben Teradion venuro a visirarlo memre era ammalato: «Anania, fratello mio, non sai che quesra nazione (romana) è srara posra dal Cielo come dominatrice? Infarri essa ha disrrurro la sua [del Cielo, cioè di Dio] casa, incendiato il suo Tempio, ucciso i suoi devori e anniemaro i suoi nobili- eppure essa rurrora sussiste» (Avodì mrà 18a; cf. STRACK-BlLLERBECK III,303s). Del resto Bar L 11 giunge al paradosso di scrivere agli Ebrei in esilio a Babilonia: «Pregare per Nabucodonosor, re di Babilonia»! In questo senso, la tradizione sapienziale-rabbinica si distingue dal filone apocalirrico, secondo cui di fronte al potere politico sono possibili solo due arreggiamemi: il martirio o la rivolra (cf: F. NEUGEBAUER, "Zur Auslegung von Rom 13.1-7", in "Kerygma und Dogma", 8 [1962], pp. 151-172). 32 Su Caligola, cf. SvETON!O, Ca!. 22,1: divinam maiestatem asserere sibi coepit. Su Nerone, cf. S!G 814,31 dove egli viene derro «signore del mondo intero» (o -roG rrav<Òç Koovou Kup10ç). Domiziano poi pretenderà di essere qualificato negli arri ufficiali come dominw ac deus (SvETON!O, Vit. Dom. 13). Si veda anche J.D. FANTIN, 1he Lordofthe Entire World. Lord] esus, a Challmge t oLord Caesar?, Sheffield, Academic Press, 2011. 33 Cf. SVETONlo:fimeratus est sollemni principum pompa et in numerum deomm relatus ( Claud. 45). 34 Una connessione del resto paolino con l'erà di abbondanza propria dell'era di Augusto (così J.R. HARRI– soN, "Pau!, Escharology and rhe Augusran Age of Grace", in 'Tyndale Bullerin", 50 [1999], pp. 79-91; In., Paul's Language ofGmcein its Gmeco-Roman Context, WUNT 2.172, Tubingen, Mohr, 2003, pp. 226- 234) è al di sopra delle righe, anche perché i resti greci del tempo che celebrano l'età augustea utilizzano parecchi alrri concerti (gugpygcr(a, dp~Vl], ÙpgT~, ~Arriç, guayyfi:),la, àpx~, Ùrrgp/30A1l) ma non quelli cosÌ tipicamente paoJini di xaptç O di rrgp1cruda; c[ anche la critica di C. BREYTENBACH, ,('Cha– ris" and "eleos" in Paul's Lerrer ro rhe Romans», in: U. Schnelle, ed., 7he Letter to the Romans, BEThL 226, Leuven, Peerers, 2009, pp. 247-277. 140
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