- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014

V ANGElO E POliTICA NEl Nuovo TESTAMENTO: UNA Rll'lESSIONE SUllE ORIGINI CRISTIANE 111. La specifica parenesi "politica" di Paolo La vera questione concernente il passo Rom 13,1-7, tuttavia, non consiste nel pre– cisare il senso proprio del solo termine È~ouuim (e suoi sinonimi), ma nel chiarire quale funzione semantica esso abbia nel discorso che sta facendo Paolo. Ebbene a questo proposito la difficoltà maggiore non deriva paradossalmente dalla logica interna del testo, ma dalla elaborazione di ermeneutiche sovra-esposte, che hanno distratto l'attenzione dalla tematica sua propria. Perciò, al fine di cogliere il senso esatto del passo paolina in questione, è assolutamente necessario collocarlo nel suo contesto argomentativo, poiché rappresenta solo un momento di un più ampio discorso parenetico che Paolo sviluppa da 12,1-2 in poi. In sostanza, la struttura del testo mette in evidenza un rapporto tra due precisi mo– tivi etici, che si integrano a vicenda. Da una parte, è chiaro il motivo dell'aycbrrJ, che abbraccia o meglio racchiude l'intera esposizione etica (cf. 12,9a; 13,10b), e che è di chiara impronta cristiana, tanto che in 13, lO essa verrà dichiarata come «pienezza della Legge)}. Dall'altra, si constata nel brano intermedio (12, 14-13,7) l'affiorare di un altro principio etico, che va di pari passo con quello ma che è di impronta, per così dire, più 'laicà: si tratta del criterio del fare il bene ed evitare il male per averne lode, e non disapprovazione, dalla società e dalle stesse autorità. Questo criterio è per così dire posto in esergo già nella propositio di 12,2, là dove si dice di ricercare/saggiare 't'Ò aya9ov (al primo posto, a cui seguono EÙapEU't'OV KaÌ 't'ÉAEIOV). Anzi, esso risuonava già in 2, l O («gloria e onore epace per chiunque opera il bene)}, 7taV't'Ì 't'4) Èpyal;;o~ÉV~ 't'Ò aya9ov): ma ciÒ che là era formulato nel quadro di un'argomentazione critica nei confronti della giustizia retributiva (non-evangelica), qui viene ripreso in un'ottica semplicemente umana, come a dire che l'evangelo non disdegna affatto i valori esterni ad esso, ma assumendoli e inte– grandoli conferisce loro sfumature nuove. IV. l cristiani di fronte aWautorità politica La parenesi paolina va nella direzione della richiesta di una presenza pacifica, tolle– rante, che non fa obiezioni al ruolo legittimo dello Stato. 35 Lo stesso tono è presen– te in l Tes 4,11-12 («fare il possibile per vivere in pace... di fronte a quelli di fuorh>; cf. Rom 13,13; Col4,5), ma Rom 12,14-13,10 costituiscela più lunga discussione esplicitamente dedicata da Paolo alla questione di come i cristiani devono relazio– narsi con «quelli di fuori)} e specificamente con coloro che hanno autorità. Nei con– fronti di questi ultimi il timbro dominante dell'esortazione paolina è quello della sottomissione: e, si badi bene, non tanto dell'essere sottomessi come dato di fatto 35 «Paolo pensa come un reologo giudeo che è anche cirradino romano» (0. W!SCHMEYER, «Sraar und Chri– sren», p. 160). 141

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