- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014
ROMANO PENNA quanto del sottomettersi come atto di volontà. Essa però non va assolutizzata, non tanto perché altrove Paolo sembra controbilanciare questo atteggiamento prenden– do le distanze dalle autorità civili (cf. l Cor 6, 1-11 ), quanto piuttosto perché la sua presa di posizione è storicamente e culturalmente condizionata. Qualche anno prima dell'invio della nostra lettera, i Giudei di Roma, in seno ai quali si era formato il gruppo dei credenti in Cristo, avevano conosciuto due di– versi momenti di scontro con l'autorità costituita, concretizzatisi in due espulsioni, rispettivamente nell'anno 19 sotto Tiberio e nell'anno 49 sotto Claudio. 36 Ed era certamente ancora vivo il ricordo di quanto era successo anche ad Alessandria alla fine degli anni '30, quando là si verificarono tumulti di vario genere con vicende– voli atti di intolleranza e di violenza da parte sia dei Greci sia dei Giudei. 37 Mi pare che in Rom 13,1-7, forse con la memoria di quei fatti, Paolo voglia sempli– cemente raccomandare ai Romani un atteggiamento di tranquillità, un sentimento e un comportamento di l)cruxia (nel senso sia di Filone Alessandrino sia di Flavio Giuseppe). 38 Egli si sta rivolgendo a una comunità che a Roma, negli anni 50, sta vivendo un momento critico di sganciamento dalla matrice del giudaismo per darsi una propria identità socio-religiosa: mentre sta perdendo l'ombrello protet– tivo proprio dei Giudei, pubblicamente favoriti dalla garanzia legale di una religio licita benché importata, 39 a gruppo cristiano non ne dispone di uno proprio. Dati i precedenti negativi che, nonostante tutto, avevano pur colpito i Giudei, il com– portamento dei cristiani non avrebbe dovuto dare nessun appiglio alle autorità per eventuali malversazioni nei loro confronti, come purtroppo sarebbe poi avvenuto nell'anno 64 dopo l'incendio di Roma da parte di Nerone. 40 La genericità della parenesi paolina però cede il passo nei vv.6-7 a una trattazione più specifica, concernente il pagamento dei tributi e delle tasse e per estensione l'attribuzione del rispetto e dell'onore a chi erano dovuti. Una buona precisazione 36 Su questi avvenimenti, cf E.M. S!vL\LLWOOD, 7he]ews tmder Romttn Ru!e,from Pompey to Diocletian. A study in politica! relations, S]lA 20, Leiden, Br ili, 1981 (=1976), pp. 201-219; D.A. CtNEIRA, Die Religionspolitik des Kaisers Claudius tmd die paulinische Mission, HBS 19, Herder, Freiburg im B. 1999, specie pp. 187-216. 37 In rapporto a questi fatti, può essere interessante ciò che scrive FILONE Al.: uQuando noi ci troviamo sulla piazza, non abbiamo forse l'abitudine discostarci al passaggio sia dei magistrati (-rolç O:pxoucnv) sia an– che delle bestie da soma? Ma è per motivi opposti che lo facciamo: davanti ai magistrati è per rispetto (Èv Tt~tfj), davanti agli animali per paura (8tà tp6{3ov) che ci procurino qualche accidente. E se le circostanze lo permettono (8ti5cbv-rCJv ré:>v Katpé:>v), è bene rovesciare i nemici e la loro forza, ma in caso contrario è più sicuro restare tranquilli (àatpaÀÈ:ç 1lcruxéi:am) e, se vogliamo avere da loro qualche utilità, conviene rabbonirli» (De somn. 91-92). 38 Cf: lo stesso tema in ITes 4,11; 2Tes 3,12; ITim 2,2;Tit 3,2b. 39 Cf. A.M. RABELLO, "La situazione giuridica degli ebrei nell'impero romano", in A. LEWIN (a cura di), Gli ebrei nell'impero romano, Firenze, La Giuntina, 200 l, pp. 125-142. 40 Vedi anche R. PENNA, "La Chiesa di Roma come test del rapporto tra giudaismo e cristianesimo alla metà del I secolo d.C.", in D. GARRIBBA e S. TANZARELLA (a cura di), Giudei o cristiani? Quttndo nasce ilcristianesimo?, Trapani, Il Pozzo di Giacobbe, 2005, pp. 105-121. 142
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