- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014

MATrEO ZOPPI lasci questa vita per raggiungere la corte pasquale del tuo Signore". Rispose: "E se davvero così si compie la sua volontà io mi uniformerò ad essa con gioia. Se invece Egli preferisse farmi rimanere ancora tra voi, almeno finché possa risolvere la que– stione sull'origine dell'anima, a cui sto riflettendo, accoglierò ciò con riconoscenza, poiché non so se qualcuno lo potrà fare dopo la mia morte. Spero appunto di poter guarire, se solo riuscissi a mangiare. Infatti non provo alcun dolore in nessuna parte del corpo, eccettuato il fatto che mi sento completamente debilitato a causa del mio stomaco a pezzi e incapace di assumere cibo». 2 Anselmo, nonostante la malattia che lo stava consumando, era intento e desideroso di comprendere le dinamiche dell'origine della trascendenza umana, che nel corso della sua vita aveva in vario modo approfondito nella sua riflessione sul corpo e sull'anima dell'uomo, compreso come immagine e similitudine di Dio stesso. Essa era cominciata molto presto, fin dalla sua infanzia, nella sua città natale di Aosta, ambiente urbano e alpino, dove abitò fino alla piena adolescenza, per poi, intorno all056, all'età di circa vent'anni, trasferirsi oltralpe, discendendo la Valle d'Aosta, risalendo per la Valle di Susa e così valicando il Moncenisio. Le circostanze e le dinamiche che accompagnarono quella che dai suoi biografi è presentata di fatto come una fuga dalla sua famiglia e, per giunta, dalla sua stessa città, sono assai oscure. Senza pretendere di risolvere quelle che restano pagine assai enigmatiche della sua vita, avremo modo di sviluppare in merito alcune ipotesi. Ma quello che qui è fondamentale notare riguarda invece l'immaginario dell'infanzia e dell'adolescenza di Anselmo che in Aosta e nelle sue montagne ha il suo ambiente vitale. I biografi raccontano che, ancora bambino, Anselmo imparò da sua madre Ermenberga «[ ... ] che c'è un solo Dio, creatore di tutte le cose, che regna nei cieli, che fa doni ai buoni e li premia: egli credette e ancora in tenera età aspirava a conoscerlo. Con fan– tasia di fanciullo riteneva che il cielo fosse sospeso sui monti vicini, che qui ci fosse il palazzo di Dio, del quale aveva sentito parlare, e che Dio vi dimorasse fisicamente insieme con gli angeli e i santin. 3 Dobbiamo prendere atto, pertanto, che la riflessione di Anselmo prese le mosse ini– zialmente come un'appassionata ricerca di Dio, nella quale l'attenzione per l'uomo era per lo più inesistente. Anzi a ben vedere, possiamo addirittura spingerei fino ad affermare che originariamente man mano che in lui cresceva l'entusiasmo per il mistero di Dio, di contro faceva pendant un forte senso di disprezzo per l'uomo, 2 EADMERO DI CANTERBURY, Vita di Sant'Anselmo, lib. Il, cap. VII,§ 72, a cura di S. Gavinelli, Milano, Jaca Book, 1987, pp. 157-158. 3 GIOVANNI DI SALISBURY, Vita di Sant'Anselmo, cap. I, in lo., Anselmo e Becket. Due vite, a cura di L Biffi, Milano, Jaca Book, 1990, p. 27. 148

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