- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014
ANSELMO E LA VERITÀ SULL'UOMO scritti di questo periodo sono le testimonianze di questo percorso-; a Canterbury, Anselmo fa l'ultimo decisivo passo, e comprende, avendo sullo sfondo della sua ricerca razionale il mistero di Gesù Cristo, che l'uomo non solo è capace, ma che è addirittura degno di Dio, di un Dio-uomo. Si ricompone così in un'armonia sor– prendente quella netta sproporzione e separazione del suo immaginario infantile tra l'altezza incommensurabile di Dio e la piccolezza vergognosa dell'uomo, tra il palazzo di Dio della città celeste, collocato su un monte altissimo, e la città dell'uo– mo situata nel fondovalle. In tal senso, possiamo dire che la complessa riflessione sull'uomo sviluppata da Anselmo nell'arco di tutta la sua vita, che fa perno intorno ai concetti di verità, razionalità, beatitudine, giustizia, rettitudine della volontà, libertà dell'arbitrio, dignità, onore, debito, soddisfazione, corpo e anima, lo porta alla fine a ritenere che in quel palazzo, sull'alto monte, Dio non dimori più solo: assieme agli angeli, tutta l'umanità vi ha diritto di cittadinanza, ogni uomo e ogni donna. Egli può così anticipare all'inizio del Cur Deus homo: <<In nessun modo noi offendiamo e oltraggiamo Dio [quando affermiamo che si è fatto uomo]; anzi rendendogli grazie, di tutto cuore lodiamo e proclamiamo l'inef– fabile grandezza della sua misericordia. Quanto più meravigliosa e paradossale è la maniera con cui egli ci ha liberato dai grandi e meritati mali in cui ci troviamo e ci ha restituito i grandi e non dovuti beni che avevamo perduto, tanto più grande è l'amore e la pietà che egli ci dimostran. 26 26 lvi, p. 74. 157
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=