- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014
LA POSIZIONE DI ANSElMO NEl DIBATfiTO POliTICO MEDIEVAlE tiva che Anselmo adotta rispetto al tradizionale immaginario politico ereditato da Agostino. Mentre quest'ultimo, infatti fa riferimento a due città in conflitto, An– selmo sviluppa una teologia politica incentrata essenzialmente su una visione del mondo e dell'umanità compresi nella loro totalità come un unico feudo di diritto divino, da difendere. 11 Può essere utile a questo punto chiedersi che cosa intenda propriamente Anselmo per "autorità", e più precisamente per "autorità politica", dal momento che soven– te abbiamo fatto riferimento a questo concetto. Per rispondere, è senz'altro utile considerare la riflessione maturata a questo proposito dal suo maestro Lanfranco di Pavia, giurista di spicco dell'XI secolo. Anselmo trascrisse a modo di esercizio tutto il Commentario a san Paolo composto da Lanfranco. Assieme all'azione di governo pastorale di Lanfranco, questo testo sarà il riferimento privilegiato per orientare le sue scelte da Arcivescovo di Can– terbury. Lanfranco commenta Romani 13, 1-7, affermando a chiare lettere che il potere politico in quanto potestas è un' ordinatio Dei, dal momento che ogni potestas non può che essere tale per disposizione divina: non vi può essere, infatti, potere né in cielo né in terra che non venga da Dio. Ma poi declina subito il tema calandolo nella prospettiva della libertà: le autorità politiche non sono istituite per togliere la libertà dei figli di Dio, che si esprime nella pratica del bene, al contrario esse hanno il compito di preservare l'uomo dal male: «hoc dixit ne subirent, quia dixerat filios Dei liberos esse». Nel Commentario poi si precisa: «Cap. XIII. -l. LANFR. Subdita sit. Subdi debet, quia non debet resistere. Nam si resistat Dei ordinationi resistit; pote– stas enim Dei ordinatio est, quia omne quod a Dea est, Dei est ordinatio, potestas autem a Dea est; non est enim potestas nisi a Deo». 12 Questa impostazione resta fortemente condizionata dalla sensibilità forense di Lanfranco: il concetto giuri– dico di potestas è significativamente ricompreso alla luce del concetto filosofico di Il Cfr. M. ZoPPI, Tra il chiostro e il mondo: linee del pensiero "politico" anselmiano, in Anselmo d'Aosta e ilpen– siero monastico medievale, Atti del XIII Convegno internazionale di studi della SISPM (Società Italiana per lo Studio del Pensiero Medievale) nel IX Centenario della morte di Anselmo • 1109 e nel Millenario della fondazione dell'abbazia Benedettina di Cava • l O Il, Cava de' Tirreni- Fisciano (SA), 5-8 dicembre 2009, Brepols, Oxford 2013 (in corso di pubblicazione). Si vedano anche D. P. HENRY, Numerically definitive reasoning in the Cur Deus Homo, in "Dominican srudies", 6 (1953), pp. 48-55; F. VAN FLETEREN, li'llcesof Augustines De Trinitate XDI in Anselm's Cur Deus Homo, in Cur Deus homo, Atti del Congresso Anselmia– no Internazionale (Roma, 21-23 maggio 1998), a cura di P. G!LBERT, H. KoHLENBERGER e E. SALMANN, Roma, Pontificio Ateneo S. Anselmo, 1999 ("StudiaAnselmiana", 128), pp. 165-178; C.-È. VIOLA, Le« Sitz im Leben » du Cur Deus homo, ibidem, pp. 515-559; K KIENZLER, Zur Stmktur von Cur Deus homo, ibidmz, pp. 597-608; Cfr. F.B.A. As!EDU, Anse/m, the ethics ofsolidttrity, and the ideology ofmtsade, in "The American Benedictine review", 53 (2002), pp. 42-59; I. ScmTo, L'etica nelMedioevo. Protagonisti eperco1'Si (V-XIVsecolo), Torino, Einaudi, 2007, pp. 103-105. Più in generale si veda R.W. CARLYLE- A.]. CARI.YLE, Il pensiero politico medievale, vol. II, a cura di L. Firpo, sez. III, parti I-II, Bari, Laterza, 1959, pp. 31-203 (ed. or. Edinburgh- London, W. Nlackwood Sons Ldt., 1950). 12 lANFRANCO DA PAVIA, In omnes Pauli epistoltts commentarii, Ep. adRomanos, XIII, l, PL 150, col l. 147-148; ivi, Commentarius, Cap. XIII, l, col.147A. 165
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