- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014

LET J"ERJO MAURO delle coscienze, la superiorità della persona sullo Stato, l'amore fraterno esteso a tutti (nemici compresi) sono alcuni dei princìpi cristiani valorizzati dalla democra– zia 41 e di fatto traditi (in quanto ne sono state dimenticate le loro origini cristiane) nella versione di essa affermatasi in Europa. È avvenuto il contrario negli Stati Uni– ti, dove il valore e la dignità del common man, ossia del popolo, e le origini cristiane di questi princìpi sono alla base del concetto di democrazia, di cui Lincoln ha dato la più compiuta formulazione: government ofthepeople, by the people, for thepeople. Applicando tali princìpi, la democrazia si presenta pertanto come la forma politica più rispondente ai motivi che ispirano la concezione evangelica della vita; questo non significa che essa consegua necessariamente dal cristianesimo, ossia che per chi si professa cristiano sia necessario essere democratico (e viceversa), ma che essa si giustifica e può essere validamente sostenuta solo grazie a questi motivi di carattere naturale che soprattutto il cristianesimo ha contribuito a mettere in luce: «La democrazia è legata al cristianesimo e [...] è sorta nella storia umana come manifestazione temporale dell'ispirazione evangelica. La questione non verte sul cristianesimo come credo religioso e come via alla vita eterna, ma sul cristianesimo come lievito della vita sociale e politica dei popoli e come apportatore agli uomini di speranza terrena; non sul cristianesimo come tesoro delle verità divine custodito e propagato dalla Chiesa, ma sul cristianesimo come energia storica che opera nel mondo. Non è nelle altezze della teologia, ma nelle profondità della coscienza pro– fana e dell'esistenza profana che agisce il cristianesimo così inteso». 42 In quella travagliata fase storica pare, dunque, a Maritain responsabilità ineludibile dei cristiani innanzi tutto il lottare, in nome della civiltà, contro «l'Impero paga– no», cioè contro i totalitarismi «fanatici della razza e del sangue [...] del dominio e dell'odio», impegnati a «liquidare insieme il cristianesimo e la democrazia». 43 Egli ritiene però che, proprio «in quanto membri della sola società veramente e asso– lutamente universale che trascende tutte le frontiere umane e tutte le diversità di razza, di classe e di nazione» e quindi con un ruolo attivo in ogni parte del globo, i cristiani siano inoltre chiamati a «vivificare dal di dentro l'opera di ricostruzione che si farà sulle rovine, e dare agli uomini del nostro tempo ciò di cui hanno dispe– ratamente bisogno, la speranza temporale nel Vangelo». 44 In tal modo Maritain in– tende una volta di più ricordare ai «Cattolici coscienti della loro missione» l'esigenza di orientare le loro energie verso «l'ideale di una nuova cristianità, di una civiltà realmente cristiana», ideale che, afferma espressamente, potrebbe essere identificato 41 Cf: J. MARJTAJN, Cristianesimo e democrazia, Bagno a Ripoli (Firenze), Passigli, 2007, pp. 34-41. 42 lbid., p. 26. 43 MARJTAJN, Crisi di civiltà, in Scritti di guerra (1940-1945} ... ci r., pp. 301-302. 44 J. MARJTAJN, Il molo dei cristiani nelmondo del dopoguerra, in Scritti di guerra (1940-1945} ... cir., p. 320. 178

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