- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014

jACQUES MARITA IN: L'UMANESIMO INTEGRALE E IL CONTRIBUTO DEL CRISTIANESIMO ALLA DEMOCRAZIA con quello di una <<nuova democrazia», dato che «il nome democrazia non è altro che il nome profano dell'ideale di cristianità». 45 Essi dovranno rinunciare a riven– dicare per sé dallo Stato una situazione di privilegio (così come la Chiesa dovrà sottrarsi a trattamenti di favore che sarebbero pagati al prezzo della propria libertà e chiedere piuttosto allo Stato di essere sempre più impegnata nella diffusione del fermento evangelico nella società), consapevoli che «il cristianesimo non può e non deve essere infeudato ad una forma politica qualunque né ad una filosofia politica quale che sia», poiché «ciò che importa per la vita politica[ ... ] non è pretendere che il cristianesimo sia legato alla democrazia. Ciò che importa è constatare che la democrazia è legata al cristianesimo, e che la spinta democratica è sorta nella storia umana come manifestazione temporale dell'ispirazione evangelica». 46 Le proporzioni, mai prima viste nella storia, della missione temporale dei cristiani ripropongono inoltre l'esigenza di coinvolgere in essa tutti "gli uomini di buona volontà"; l'esperienza della resistenza al nazismo ha mostrato, del resto, che è passi– bile, malgrado le contrapposizioni dottrinali, ad esempio una stretta collaborazione tra cristiani e socialisti «per un'opera temporale, politica e sociale, che ciascuno concepisce a modo suo, ma che implica molte similitudini, nell'ordine delle realiz– zazioni pratiche». Pur diversamente giustificati sul piano teorico «giustizia, libertà, dignità umana, diritti della persona e diritti sociali [... ] organiz– zazione delle professioni fondata sulle libertà sindacali, comproprietà e correspon– sabilità[ ... ] accesso ai beni della vita, della cultura e dello spirito per ciascuno, co– munità internazionale basata su istituzioni di diritto e dotata di un potere effettivo, ideale di fraternità umana[ ... ]» 47 sono valori e ideali che accomunano cristiani e socialisti e richiedono pertanto la loro libera cooperazione per attuarli. Ciò che allora importa non è riaffermare cia– scuno il proprio credo, ma piuttosto che «tutti, su una base di libertà, cooperino alla realizzazione degli obiettivi immediati e dell'opera temporale che li riunisce in una mutua intesa e in un•azione comune». 48 È questa concezione inclusiva, per dir così, dell'azione politica a spingere Maritain a allargare ancora una volta lo sguardo verso uomini e forze altri rispetto a quelli espressi dal mondo cristiano; nel volume L'uomo e lo Stato, considerato unanime- 45 J. MARITAIN, Verso una mtova civiltà, in Scrilti di gut:n"a (1940-1945)... cit., p. 322; Seguito del precedente messaggio, p. 325. 46 lbid., pp. 325-326. 47 J. MARITAI N, Socialisti e cristiani, in Scritti di gttffi'd (1940-1945)... cit., p. 336. Si tratta del quarantaseiesi– mo messaggio radiodiffuso da Maritain nel 1944. 48 Jbid., p. 337. A questa prospettiva Maritain resterà costantemente fedele; cf in proposito Il contadino della Gm'Vnna, Brescia, Morcelliana, 1969, pp. 101-128, in particolare, pp. 103-110 (ed. or. le paysan de la Garonne, Bruges-Paris, Desclée de Brouwer, 1969). 179

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=