- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014

GUIDO GENTILE qualche segno che ne fissasse l'allineamento: l'Albertolio aveva fatto un'indagine superficiale e però nella sua mappa aveva prolungato nei due sensi la linea incisa sulla pietra senza curarsi, fra l'altro, che invadesse a ponente terreni incontestabil– mente spettanti al ducato di Aosta. Il Salteur propose che si ricercasse negli archivi torinesi, compreso quello dell'Ordine Mauriziano che aveva acquisito documenti della casa del Gran San Bernardo, qualche documento che parlasse della Fontaine Couverte. Infine gli sembrava che essendo il limite posto in una montagna nuda e sterile, le contestazioni sull'allineamento non potessero avere altro oggetto che la Fontaine Couverte, la quale si sarebbe resa necessaria, dal lato del ducato, solo per l'eventualità che sul versante aostano si dovesse stabilire un nuovo ospizio nei pressi del colle. A Torino l'Ufficio di Stato degli Interni condivise le considerazioni del Salteur e fece ricercare nei Regi Archivi qualche atto di delimitazione e di piantamento di termini, ma senza esito 7 • Il segretario Ambel reperì solo un estratto della donazione fatta alla chiesa di San Nicola del Mont-Joux, il primo febbbraio 1125, dal conte Amedeo III di Maurienne, su richiesta e col consenso di Bosone di Allinges, di Pie– tro della Porta di Sant'Orso e altri suoi vassalli, delle terre che costoro avevano da lui, «a fontana cooperta usque ad pedem de valle N oria» (la Nior) e «a pede vallis Norie usque ad burgum Sancti Petri», nonché di «omnem casuram» (la cosiddetta échute), cioè delle cose che ivi i viandanti lasciassero sulla strada o fuori di essa. 8 Ma non se ne ricavava altro che una «fontana cooperta» era già nota a quel tempo. Si comunicò quindi quella pezza a Salteur perché facesse altre ricerche in Aosta, nelle carte del priorato di Saint-Jacqueme, già membro della prevostura, e in quelle del Conseil cles Commis. Seguirono ricerche, parimenti infruttuose, anche nell'archi– vio del Senato di Savoia e in quello della Camera dei Conti. Quanto alle indagini sulla montagna, conveniva rinviarle alla piena estate dell'anno successivo, quando la neve fosse sciolta. Intanto, il 15 settembre, il commissario del Vallese scriveva al vibaillif di Aosta avvertendo che era disposto a firmare il verbale che questi gli aveva comunicato « en projet >> (cioè, par di capire, in forma di abbozzo) sulla montagna del Gran San Bernardo e così pure la carta topografica allora redatta; Salteur gli rispose che attendeva istruzioni e che si trattava di chiarire dei fatti, fare delle ricerche, e ciò chiedeva del tempo per non lasciare dubbi per il futuro. 7 Cf: ASTO, Corre, D.AO.VAll., car. 2, paquer l, 1755 ottobre 17, relazione al Re e Mémoire de; recherche; à fai re tlrtx archive; du Roy, 17 55 settembre 9. 8 Il documento è pubblicato da S. PIVANO, Le carte delle case del Grande e del Piccolo San Bernardo e;i;tenti nell'archivio dell'Ordine Mauriziano, in Mùcellanea Valdo;tana, vol. XVII della Biblioteca Storica Subalpina, Pinerolo 1903, pp. 85-86. 18

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=