- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014
COMMÉMORATIONS Tutto ciò faceva sì che quando raccontava in pubblico di ciò che, secondo lui, si doveva ancora fare o evitare per non lasciar scomparire troppo presto le nostre an– tiche lingue e tradizioni, la sua parola diventava quasi un singhiozzo e dagli occhi gli scorrevano lacrime. Purtroppo, l'importante e assorbente ruolo professionale di medico primario nei nostri ospedali non gli aveva permesso, per lungo tempo, un partecipazione attiva a quello che, da molti anni, già si faceva a Gressoney e ad Issime per la conserva– zione almeno scritta e la promozione delle parlate locali. Ricordo, in particolare, gli anni che ci hanno impegnato nei nostri tre comuni Walser, in due gruppi di per– sone autoctone di lingua toitschu a Issime e tisch nei due Gressoney, per raccogliere scrupolosamente in quattro volumi, due per dialetto, parole, espressioni e disegni dell'intero patrimonio grafico e linguistico locale. Per i due Gressoney presiedevano e incentivavano i lavori Bruno Favre e l'insegnate Alys Barell, mentre ad Issime li coordinava con noi l'appassionato Alberto Linty. Rimaneva però il problema dell'integrazione dialettale con la lingua parlata che abbiamo iniziato a adoperare alla scuola materna, adoperata ed insegnata poi a scuola ed usata tra le persone della cultura. Ad Issime era la lingua francese, usata sempre nella predicazione e nei colloqui con le persone istruite, mentre il dialetto piemontese era usato nei rapporti degli altri Valdostani della Bassa Valle e del vicino Canavese. A Gressoney invece aveva trovato accoglienza accanto al tisch anche l'uso della lin– gua tedesca, importata a Gressoney soprattutto dai Chriemer, gli antichi venditori di stoffe in Germania, quando rientravano in paese. Sono loro che hanno richiesto che a Gressoney sorgesse anche una scuola privata di lingua tedesca che facilitasse la loro attività commerciale; è per questo motivo che vi è stata costituita, per un po' di tempo, anche una scuola locale di tale lingua. Nelle scuole statali, invece, la seconda lingua era comunque sempre il francese affiancato poi, con qualche difficoltà come altra seconda lingua, dal tedesco, fino a quando, in occasione di una specie di referendum tra i genitori per una possibile scelta tra il tedesco e l'inglese, questi ultimi hanno optato per l'inglese, commercial– mente e turisticamente più utile. La cosa non è certamente piaciuta al dottor De La Pierre diventato, nel frattempo, un forte sostenitore della lingua tedesca da insegnare anche nelle scuole primarie Walser in alternativa o in associazione alla lingua francese e da usare maggiormente anche come lingua veicolare nelle conversazioni locali. Tutto ciò non ha scoraggiato il nostro dottore, sovente premurosamente in viaggio, fino all'ultima malattia, tra Aosta e Gressoney, per sostenere le attività culturali del posto, per mantenere vivi i rapporti con i turisti stranieri e per onorare, con assidua partecipazione, le più importanti iniziative dell'Associazione internazionale delle comunità Walser dell'arco alpino. 213
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