- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014

Gumo GENTILE Kalbermatten, banneret di Sion, scrisse al Salteur che i governanti del Vallese gli avevano conferito pieni poteri per definire la questione già trattata nel 1755 col governatore de Sepibus, «ne souhaitant rien tant que d'eviter toutes difficultés qui peuvent venir en négligeant les occasions et le temps favorable ».Si augurava quin– di che i colloqui venissero ripresi collo stesso senatore Salteur in rappresentanza del suo governo. Presso la corte di Torino, dove l'Ufficio di Stato degli Interni doveva riferire puntual– mente al Sovrano ogni sviluppo dell'affare e trasmettere al commissario incaricato le istruzioni del caso, la richiesta pervenuta da parte del Kalbermatten dava luogo all'elaborazione di direttive basate sulle risultanze che si erano acquisite nell'anno precedente e su altre successive informazioni. Un "congresso", cioè una riunione consultiva tra il primo presidente del Senato di Piemonte conte Caissotti di Santa Vittoria, il consigliere di Stato barone Foncer2 4 e l'avvocato patrimoniale Gallo il27 agosto 25 produceva una cospicua e importante memoria, con varie considerazioni e proposte per l'occorrenza. Innanzi tutto, non vi era dubbio che la pietra indicata colla lettera A nella carta dell'ingegnere Durieu dovesse essere considerata come un limite tra il ducato d'Aosta e il Vallese, sia perché era stata sempre ritenuta tale, sia perché recava gli stemmi dei due Stati. La difficoltà si riduceva all'allineamento che i Vallesani avrebbero voluto dare a questo limite secondo la linea incisa su di esso, allineamento che, in realtà la pietra di per sé non poteva indicare validamente, essendo isolata e non coordinata con altri limiti, e ciò anche indipendentemente dalle circostanze che potevano fare presumere un movimento della pietra (in vero, più oltre, lo stesso parere non escludeva l'opportunità di raccogliere prove anche a tale riguardo). Bisognava quindi affermare che questo limite non doveva servire che per il posto in cui si trovava e che la linea incisa valeva piuttosto come separazione ornamentale tra gli emblemi delle due sovranità, che non per l'allineamento del confine a destra e sinistra. Vi erano prove letterali che i mandamenti di Gignod, cui apparteneva Saint-Rhémy, e di Quart, cui apparteneva Étroubles, si estendevano molto al di là della pretesa linea divisionale: ciò risultava dalle antiche reconnaissances, che erano state successi– vamente rinnovate ed erano corroborate sia dal possesso attuale e immemorabile da parte dei communiers, sia dal pagamento dei canoni da questi dovuti ai signori dei rispettivi mandamenti. Questo genere di prove era tanto più decisivo in quanto, secondo gli atti intercorsi coi duchi di Savoia, i Vallesani non potevano pretendere sul fronte del Gran San Bernardo altro che ciò che era compreso nel Gouvernement 24 Jean Joseph Foncet de Montailleur fu incaricato di varie funzioni attinenti alla definizione dei confini in sede internazionale (con Genova, 1751, con la Francia, 1754, nonché col Vallese); dal 1760 fu sovrinten– dente dei Regi Archivi di Corre. E. MoNGIANO, Delimitare e governare lefrontiere; le istituzioniper i confini nello Stato sabaudo delsecolo XVI!!, in Rappresenttare uno Stato... ci r., pp. 171-177. 25 ASTO, Corre, D.AO.VALL., careg. 2, paquer l, 7. 26

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