- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014
GUIDO GENTILE vissero per uso della loro casa e tenessero la sorgente chiusa a chiave: tali compor– tamenti ledevano la sovranità del Re, che andava difesa poiché si riteneva che, se si fosse dovuto stabilire qualche nuova casa nei pressi del colle, non si sarebbe potuto avere altra acqua se non quella della Fontaine Couverte, la quale peraltro sarebbe stata sufficiente per rifornire anche questa casa, e poi vi potevano aver diritto anche i communiers di Saint-Rhémy in virtù dei loro albergamenti. Se il confine dalla pietra in questione fosse andato diritto alla punta di Dronaz la sorgente si sarebbe trovata nel ducato di Aosta: si sarebbe quindi potuto accampare una pretesa su di essa, salvo poi ridursi, per via d'accordo, alla sua comunione. Infine, dal verbale redatto dal commissario Salteur il 28 agosto l 75 5 sembrava che la pietra di confine con la linea incisa al mezzo dovesse servire per l'allineamento e tale preteso allineamento, secondo l'attuale posizione della pietra, era stato rap– presentato tanto sulla carta di Durieu che sulla precedente, dell'Albertolio. Mentre non si avevano ancora i documenti e i chiarimenti che si attendevano, si sarebbe dovuto aver cura di non produrre né il detto verbale né quelle carte nei nuovi col– loqui. Se poi il commissario del Vallese ne avesse avuta qualche copia, la si sarebbe dovuta sconfessare, a fronte delle scoperte avvenute successivamente. E poiché Kal– bermatten nella lettera che aveva scritto a Salteur riconosceva che l'affare in futuro avrebbe potuto far sorgere delle difficoltà tra i due Stati, sarebbe stato conveniente rispondergli che per prevenire queste difficoltà egli si munisse di documenti utili all'uopo e che dalla parte del governo sabaudo si poteva produrre tutto ciò che si era scoperto per la definitiva determinazione del confine. Se il commissario vallesano avesse risposto in modo da dare adito alla discussione dei titoli e dei fatti, sarebbe stato un punto guadagnato, per l'ammissione che la pietra in questione non doveva valere che per il posto in cui si trovava; e se invece avesse risposto che intendeva attenersi al preteso allineamento desunto dalla posizione attuale della pietra, allora si sarebbero dovute precisare le ragioni contrarie e, lui persistendo nella sua pretesa, si sarebbe dovuto mantenere senz'altro il possesso di tutto il territorio dipendente dai feudi di Gignod e di Quart e raccogliere tutte le prove atte a sostenerlo. Il parere così espresso e quindi confermato dall'assenso del Sovrano indirizzò anche in seguito, con le sue argomentazioni e le sue direttive, l'azione svolta dai rappre– sentanti sabaudi negli sviluppi della vertenza. Il Foncet, presentando insieme col Caissotti questo sentiment al Re aggiungeva che bisognava assicurarsi non solo dei fatti riferiti da Flandin nella sua memoria, ma anche della precisa denominazio– ne delle teste di Dronaz e Mont-Mort (per sicuri riferimenti nella trattativa coi Vallesani). Quanto all'attuale e immemorabile possesso da parte dei communiers di Saint-Rhémy e di Étroubles di terreni e usi connessi sino alle teste di Dronaz e Mont-Mort conveniva accertarlo con almeno una dozzina di testimoni che si rife– rissero anche alle antiche reconnaissances e ai canoni pagati di conseguenza. La carta redatta dal Durieu non solo conteneva indicazioni pregiudizievoli, come 28
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