- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014
GUIDO GENTILE che recava degli stemmi uguali a quelli della pietra della Fontaine Couverte. Poi, in seguito alla spedizione dei tre prima menzionati, ripassò in compagnia del reve– rendo Lamon e, avendo notato che gli stemmi erano stati scalpellati, gliene chiese il motivo: quello gli disse che degli abitanti di Bourg-Saint-Pierre potevano aver staccato dei pezzi di roccia per metterli al ponte. Poi, qualche giorno dopo quella scoperta, trovò nel "galetas", cioè in un sottotetto della casa, una barra di ferro di sezione quadrata, in cui apparivano incise da una parte l'arma di Savoia e dall'altra quella del Vallese: gli sembrò essere quella che poco prima aveva visto infissa in una roccia dalla parte della montagna del Ba– rasson, non lontano dal ponte, nella zona detta Goille o Troilliers, e che guardava direttamente alla roccia del Pont d'Hudry. Si era quindi recato in quel posto e aveva trovato che si era spaccata la roccia per estrarne la barra e la si era coperta di terra. Aveva capito dai discorsi dei religiosi che si era trattato di un affare d'importanza e perciò aveva tenuto bene a mente ciò che ora riferiva. Un imbarazzante verbale della conferenza del1755 Il 15 febbraio 1760 il gran balivo Burgener e il Consiglio della Repubblica del Val– lese scrissero al Re ricordando ciò che era stato trattato nella conferenza del 28 ago– sto 1755 tra il commissario de Sepibus e il vicebalivo Salteur: affermavano che in quell'occasione un verbale era stato redatto dal segretario di questo, ma poiché il rap– presentante vallesano non poteva sottoscriverlo senza il consenso delle sue superiori autorità «à cause de certains termes et expressions qui, cependant, ne regardent point le principal, mai seulement quelques accessoires», la trattativa era rimasta interrotta. Ma poi il verbale era stato approvato dalle autorità vallesane. Peraltro, nei contatti successivi il commissario Peyrani aveva sollevato difficoltà riguardo alla portata della delega conferita per nuovi incontri al rappresentante del Vallese e infine aveva pre– sentato una memoria complessa per la quale aveva preteso una risposta scritta prima di adire a un ulteriore incontro sui luoghi. Nel contempo aveva altresì presentato una rimostranza per la tratta foranea che nel Vallese sarebbe stata fatta pagare ai Valdosta– ni, senza precisare dove e come e per quali mercanzie, sì che non si era potuta appro– fondire la questione e rimediarvi. Ora pregavano il Re di ordinare al suo commissario di non fare altre difficoltà e di firmare il verbale del quale allegavano una copia. Invero, rispetto al verbale unilaterale a suo tempo trasmesso dal Salteur a Torino il documento che così veniva proposto per la sottoscrizione presentava un'ampia coincidenza, ma anche delle varianti considerevoli e consone agli intendimenti della controparte vallesana. 45 A tergo, la copia recepita dall'Ufficio di Stato reca il regesto 45 ASTO, Corre, D.AO.VALL., careg. 2, paquer l, 7. Dal confronro rra il verbale unilarerale inviaro a Torino 42
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