- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014
UNA PIETRA DI CONFINE E UNA SORGENTE: VERTENZE SEn"ECENTESCHE SUL GRAN SAN BERNARDO redatto secondo gli intendimenti della controparte e lui si fidava della persona di cui si era servito come segretario. Quanto alla carta ricordava che colui che l'aveva disegnata ne aveva fatto due esemplari e nella notte in cui lui aveva lasciato il Gran San Bernardo era rimasto sul colle; arrivato il giorno dopo alla Cité gli aveva rimes– so una copia della carta, che fu unita al verbale, e, per quanto poteva rammentare, aveva detto che, dopo che lui, Salteur, aveva lasciato il luogo dell'incontro,« l'autre double lui fu t demandé [... ], sur la dite montagne, par le dit commissaire , au quel il l'a remis attendu le pa"iement qu'illui en fi.t ». Peraltro Salteur non credeva che i signori del Vallese potessero cavarne gran vantaggio perché la carta non era stata concordata. Poteva assicurare di aver lasciato il commissario del Vallese senza convenire su nulla e quand'anche avesse convenuto su qualche cosa, non si era concluso niente. Gli sembrava, ad ogni modo, che si potesse sempre giustificare l'eventuale errore perché allora egli non disponeva di alcun elemento (malgrado avesse chiesto chiarimenti all'Ufficio di Stato), si trovava quindi a verificare il li– mite sulla base della sola esistenza della pietra e solo dopo si sarebbero fatte delle scoperte. n l D aprile il Peyrani trasmise le deposizioni acquisite da Maurice Godio e da Mathieu Marguerettaz, rispettivamente il 12 dicembre 1759 e il 5 marzo 1760, sulla barra di ferro che costoro, frequentando come pastori le pendici orientali del Barasson, avevano visto essere di sezione quadrata e infissa in una roccia, con incisi, verso la casa dell'Ospizio, l'arme di Savoia e, verso il Vallese, un emblema con delle stelle. Caissotti, Foncet e Gallo, riuniti in consulto, riesaminando gli argomenti a dispo– sizione, osservavano che benché si potesse sostenere in base alle inchieste effettuate e agli antichi terriers che la delimitazione doveva giungere alla croce di Dronaz e al Pont d'Hudry, pur lasciando il monastero sul territorio vallesano, sarebbe stata poco regolare per un confine di Stato, sebbene fosse non inusuale per delle giurisdi– zioni. Ciò avrebbe potuto indurre Sua Maestà, nel caso di un arrangiamento, verso un corrispettivo da parte della Repubblica, a concedere qualche cosa per rendere la delimitazione più regolare. Quanto alla vertenza col Vallese sulla tratta foranea sconsigliavano il ricorso a rappresaglie, che deviando le merci su altre strade, avreb– bero nuociuto alle esportazioni dagli Stati sabaudi e alle loro gabelle, e avrebbero costituito una violazione del trattato di alleanza stipulato dal duca Emanuele Fili– berto nel15 69 colla Repubblica. Perciò occorreva acquisire informazioni su questi risvolti e far ricerche negli archivi. Al momento era meglio non parlare di tale que– stione nella risposta che si doveva dare al Kalbermatten e che questi avrebbe portato alla Dieta di maggio. Il Peyrani fu quindi incaricato di rispondere al rappresentante vallesano che non si era mai contestato che la pietra sul ruscello dovesse valere come un limite nel posto in cui si trovava. n contrasto verteva sull'estensione o direzione che si voleva dare 45
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