- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014

GUIDO GENTILE te posseduto da vari signori della Valle d'AostaY I de Lostan avevano il feudo di Liddes, i Fabri quello di Orsières, i savoiardi d'Allinges quello di Saint-Brancher, i visconti di Aosta avevano un feudo a Saint-Pierre presso Sion, i signori di Quart avevano diritti su Bourg-Saint-Pierre e a Saint-Brancher. I signori del Vallese ben sa– pevano tutto ciò e, quando ebbero il Gouvernement di Saint-Maurice, ordinarono a tutti i titolari dei feudi di venire a prestare l'omaggio, ma alcuni, tra cui i signori di Quart, rifutarono per fedeltà al duca di Savoia preferendo perdere i loro feudi, che si estinsero nel Vallese e furono annessi al dominio della Repubblica. Voler risuscitare questi vecchi diritti sarebbe stata un'impresa straordinaria, come se il vescovo di Sion avesse voluto rivendicare i feudi per cui in Valle d'Aosta, nel1218 e 1219, Gia– como della Porta e il visconte Bosone avevano prestato omaggio alla chiesa di Sion, ovvero come se l'abbazia di Saint-Maurice d'Agaune rivendicasse il feudo di Graines a motivo dell'omaggio per esso prestatole in antico dagli Challant. I principi sabaudi avevano più volte riconosciuto che l'Ospizio si trovava nel territorio del Vallese, e la cosa non poteva più essere messa in discussione. Infine sembrava strano che un paci– fico possesso di tre secoli da parte del Vallese, possesso riconosciuto in più occasioni dai principi sabaudi, e i trattati intervenuti nel 15 07, 1528 e 1560 potessero essere annullati da vecchi consegnamenti prestati a favore di vassalli, come se i diritti di questi potessero determinare i confini della sovranità degli Stati (« camme si leurs droits pourroient absorber la souveraineté »). I Vallesani confidavano quindi che il Re facesse tacere le obiezioni mosse dal Peyrani e si mettessero due grandi croci colle armi dei due Stati sulle cime delle montagne sopra citate. Simili e altri argomenti erano esposti nella seconda memoria, in cui i Vallesani riba– divano che il limite della Fontaine Couverte aveva la funzione di tagliare, mediante la linea che lo attraversava, il vallone occupato dal lago, dalla sommità di un fianco a quella dell'altro. La pietra di confine non era instabile come preteso dal Peyrani ma poggiava in realtà su due piccole rocce vive. Era sotto gli occhi di tutti e il suo even– tuale movimento avrebbe provocato la protesta dei Valdostani per primi. La richiesta di raddrizzarla comunicata dal Segretario di Stato Blatter era basata su di un'infor– mazione erronea. Lo stesso Salteur aveva verificato che la sua situazione non esigeva un pronto ripristino. Aveva poi sostenuto che la delimitazione doveva andare dalla punta di Dronaz alla fontana, ma vi sono due cime di Dronaz e se bisognava allineare su una delle due, questa era la più vicina mentre l'altra non era visibile dalla fontana. Nel "X.V secolo, in cui si presumeva fosse stata posta la pietra incisa colle armi dei due Stati, non si conoscevano cartografie geometriche e quindi la linea tracciata sulla pietra era stata diretta solo alla punta visibile. In tal modo la sorgente restava entro il confine del Vallese. Il preteso pilastro sulla testa di Dronaz non aveva segni di so- 47 Per un riscontro sulla complessa situazione dell'Entremont in epoca medievale, valgono le ricerche di P. 48 Dusms, Une économie alpine à la fin du Moyen-Age; Orsières, l'Entrrmont et !es régiom voisines, 1250-1500, 2 voli., Sion 1990.

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