- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014

UNA PIETRA DI CONFINE E UNA SORGENTE: VERTENZE SETfECENTESCHE SUL GRAN SAN BERNARDO stra colla banderuola, e quelli del ducato di Aosta in fondo allago, a fianco del grand chemin. All'epoca della peste di Marsiglia il capitano del posto di Saint-Rhémy aveva messo una guardia sulla montagna di Barasson e in quella di Menouve, ma mai oltre le frétes. Joseph Ignace Dalleves, banneret général e castellano della valle d'En– tremont, di sessant'anni, aveva riferito che sulla pietra di Fontaine Couverte, mai mutata di posizione, quale confine tra il Vallese e il ducato, avveniva la consegna dei criminali: la deposizione era confermata eloquentemente daJeanJoseph de la Soye, borghese di Saint-Brancher, sauthier général della valle di Entremont. 51 Il 12 dicembre 1761, avendo esaminato queste argomentazioni, il barone Foncet consegnò per ordine del Re ai delegati vallesani una memoria che era stata esaminata in una riunione cui avevano partecipato il primo segretario di Stato per gli Esteri cavalier Ossorio e il presidente Caissotti. Si contestava ancora una volta che la pietra in questione potesse di per sé segnare un confine di Stato, data la sua mobilità e la mancanza di altri termini ad essa collegati. Il suo preteso allineamento contrastava coll'estensione dei mandamenti di Gignod e di Quart, quale risultava dagli antichi consegnamenti che si erano citati; contrastava con la donazione del1125 e col con– segnamento del 1422, prodotto dai Vallesani, che indicavano il confine nel ruscello di Fontaine Couverte, il quale andava inteso tutto intero, dalla sorgente allo sbocco, e non parlavano dei pascoli sulla riva destra della Dranse. Non si negava, poi, che vi fossero casi in cui i confini di sovranità non coincidevano con quelli dei feudi o del– le giurisdizioni dei vassalli, ma in questo caso, dove mancavano altre prove, quella dei feudi e dei mandamenti aveva tanto più importanza in quanto non risultavano alcun atto di limitazione né alcuna cessione che potessero determinare i limiti delle sovranità. Ad ogni modo, benché il Pont d'Hudry (che andava indubitabilmente identificato con quello che i Vallesani chiamavano de Nehudry) fosse dato dai do– cumenti come confine del mandamento di Quart, Peyrani non aveva mai inteso collegarlo con la Fontaine Couverte in modo da comprendere l'Ospizio nel territo– rio del ducato (come invece gli si imputava anche nella carta redatta da de Rivaz e Ganiaz). Se si fosse voluto giungere a questa conclusione si sarebbe potuto osservare che la prima memoria di parte vallesana intendeva stabilire, con argomenti eruditi, che la sommità del passaggio del Mont-Joux formava anticamente e doveva ancora costituire il limite naturale tra i due Stati: invero, ne sarebbe risultato che, essendo la casa del Gran San Bernardo più alta del limite della Fontaine Couverte, la linea 51 Costui aveva accompagnato i governatori nelle loro visite ordinarie al monastero e ospizio del Gran San Ber– nardo« portam le manteau de la livrée et muni cles armes de l'Etat de Valley »e con lo stesso mantello aveva acompagnato i criminali sul limite della Fomaine Couverte. Il teste aggiungeva particolari sulla cerimonia della consegna:« Le greffierd'Aoste luy at ordonné d'obliger le crimine! de meme un cles pieds sur la partie de la pierre qui contiene les armes de Valley et l'autre cles pieds sur la partie qui contiene les armes de Savoye, et ensuite les gardes de Valley ayam delié le crimine!, le déposam, en qualité d'officier de Valley, poussoit le crimine! sur la terre d'Aoste et aussitot les archers d'Aoste le relioiem par ordre du greffier et du prévot de la Tour de la vallée d'Aoste, et le conduisoiem sur leurs terres». 51

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=