- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014
GUIDO GENTILE stato possibile raggiungere un accordo, il Fabar avrebbe dovuto dichiarare ritirate tutte le facilitazioni che il sovrano aveva concesso. Il Gran Balivo scrivendo al Re il27 settembre 1770 si scusò del ritardo nella rispo– sta coll'essere quello della sua Repubblica« un gouvernemennt democratique, dans le quel d'ordinaire toutes les déliberations et résolutions sont lentes et demandent du tems ». Il Re infine rispose il17 ottobre che essendo la stagione già molto avan– zata ed essendo impegnato altrove l'ingegnere (Durieu) che intendeva destinare per l'occorrenza, la conclusione della delimitazione e la convenzione dell'accordo sulla tratta foranea restavano rinviate all'anno successivo. Nell'attesa la Repubblica pote– va chiedere eventuali chiarimenti. !117 gennaio 1771 la Repubblica ripetè la richie– sta che, con una conferenza da tenersi in tempo o stagione favorevole, il confine sul Gran San Bernardo fosse regolato e fissato « par le moyen d'une plantation de plusieures bornes de distance en distance suivant la direction de l' ancienne limite encor existante ». lnvero, il riferimento alla pretesa direzione del limite di Fontaine Converte, sul quale si era infruttuosamente discusso per tanto tempo e dalla parte del governo sabaudo si erano espresse fondamentali riserve, rischiava di pregiudica– re nuovamente le trattative. A Torino se ne arguì che la nuova richiesta implicasse, in sostanza, un rifiuto di concludere la delimitazione come già era stata proposta. Tramite il Morozzo, si rispose che il vicebalivo di Aosta era incaricato della con– clusione degli affari della delimitazione e della tratta foranea, ma, avendo vista la richiesta di fissare la frontiera secondo la pretesa direzione dell'antico limite, Sua Maestà, senza ripetere tutte le osservazioni già espresse in passato per dimostrare che non si poteva assumere per limite una pietra instabile, voleva che si stabilisse la delimitazione che si era già considerata nelle conferenze del settembre 1766, ag– giungendo la cessione dell'acqua della fontana. Perciò il primo Segretario di Stato per gli Esteri conte Lascaris era pregato di far avere al Gran Balivo del Vallese copia della convenzione allora progettata, che i delegati di allora non avevano riportato alloro paese, malgrado ne avessero avuto lettura dopo la discussione di ogni punto della delimitazione. Il Lascaris avrebbe aggiunto, nella sua lettera al Gran Balivo, che i delegati vallesani nelle dette conferenze avevano solo chiesto che si piegasse un poco la linea tendente alla punta di Mont-Mort, precisando che questo punto non costituiva una difficoltà insormontabile; inoltre, che il sovrano, perché non ricominciasse l'intera discussione dopo le facilitazioni già offerte, desisteva dalle prove che si erano raccolte riguardo all'estensione del ducato d'Aosta sino alla cima di Dronaz e al Pont d'Hudry e si era risolto a cedere l'intero uso dell'acqua a condi– zione che fossero definiti senza ulteriori difficoltà gli altri punti della delimitazione. Ad ogni modo non si poteva più riferire la delimitazione tra i due Stati a una pietra instabile, ma era ben più conveniente seguire la prassi di fissare dei limiti sulle cime delle montagne, grazie alla quale, tra l'altro, la Repubblica avrebbe guadagnato la Comba di Barasson. 62
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