- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014

UNA PIETRA DI CONFINE E UNA SORGENTE: VERTENZE SETTECENTESCHE SUL GRAN SAN BERNARDO Di fronte al rallentamento delle trattative che seguì, il gran balivo Wegener, che tramite il Kalbermatten aveva recepito il desiderio espresso a costui dal cavalier Morozzo di giungere a una conclusione, scrisse il28 febbbraio 1772 allo stesso Mo– rozzo che la Repubblica era sempre disposta a definire la delimitazione secondo ciò che era stato proposto tra le parti nella conferenza di Aosta del 1766. Il 14 marzo a nome del Re si rispose al Wegener che, dopo la sua dichiarazione, si confidava che la Repubblica approvasse gli articoli già proposti nel 1766; se dopo le facilitazioni concesse si fosse ancora incontrato qualche ostacolo, allora non bisognava più oc– cuparsi di questo affare e da entrambe le parti si sarebbe rimasti nei rispettivi diritti. Le due parti si scambiarono quindi dei progetti di convenzione sostanzialmente simili, ma senza conseguenze immediate. Coll'avvento al trono di Vittorio Amedeo III i rappresentanti della Repubblica, presentando i loro complimenti, espressero l'istanza di riprendere il filo dell'affare irrisolto. Il 30 luglio 1774 Wegener scrisse al marchese Carron di Aigueblanche, Segretario di Stato per gli Affari Esteri, rifacen– dosi a un colloquio avuto a Torino, per pregarlo di impegnare il Re alla conclusione delle vertenze. Ricapitolando i termini della vertenza e la cessione dell'acqua della Fontaine Couverte offerta da Carlo Emanuele III, che semplificava la vertenza, il Wegener, spiegava che si trattava di piantare dei cippi colle armi dei due Stati, come erano raffigurati nel disegno da lui allegato, secondo la direzione della linea incisa tra gli stemmi sull'antica pietra di confine (ovviamente non riusciva ad abbando– nare la tradizionale pretesa anche se si profilava un conveniente arrangiamento): la demarcazione sarebbe stata fissata secondo l'allineamento di quei cippi fino alle cime delle montagne e secondo le eauxpendantes. Da Torino il Carron di Aigueblanche rispose inviando il progetto del primo arti– colo del trattato da stipulare, 66 nel quale la Repubblica, sebbene avesse preteso che la Fontaine Couverte fosse interamente situata sul suo territorio, avrebbe dichia– rato di consentire che la sorgente col suo corso fosse limitrofa ai due Stati e il Re, per graziosa condiscendenza, avrebbe rinunciato alla precedente pretesa della metà dell'acqua o della sua indivisione, dichiarando che essa apparteneva per sempre e totalmente alla Repubblica per l'uso dell'Ospizio sino a quando l'attività di questo non fosse cessata. Inoltre comunicò che il Re incaricava l'intendente di Aosta, barone Vignet des Étoles, e alcuni altri magistrati di incontrare i delegati della Repubblica alla Cité di Aosta. Al che il Wegener rispose che, prima di fissare tempo e luogo delle confe– renze, conveniva preliminarmente intendersi sui punti in contestazione, poiché li avrebbe presentati alla Dieta che si doveva riunire in dicembre. 66 Projet reiLztifau premier articied ela convention à passer avec ILz Republique du Va!! a i s. .. Una noca precisa che cale progecco fu redano dal barone Vignec, a Torino, nel 1774, e che una copia fu inviata a \'qegener dal ministro Carron di Aigueblanche il14 agosto 1776. 63

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