- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014

UNA PIETRA DI CONFINE E UNA SORGENTE: VERTENZE SETTECENTESCHE SUL GRAN SAN BERNARDO non si fosse abolito anche il privilegio delle soustes e viérie. Egli aveva saputo che vari autorevoli personaggi della Repubblica ritenevano così odioso questo privilegio che, per indurre le comunità del loro versante a rinunciarvi, avrebbero voluto che la Dieta offrisse loro di esentarle dal mantenimento della strada, che sarebbe stato assunto a carico dello Stato, anche se a ricompensarle sarebbero stati sufficienti i vantaggi re– cati dall'aumento del traffico. La promozione del commercio attraverso il Gran San Bernardo non avrebbe inciso sul commercio che si svolgeva attraverso il Moncenisio, poiché ciò che doveva andare da Ginevra a Torino e oltre avrebbe continuato a trova– re conveniente quella strada, mentre sul Sempione e sul San Gottardo avrebbe con– tinuato a passare ciò che interessava il Milanese. Infine non si doveva temere che la sistemazione di una strada carrozzabile sino a Saint-Rhémy, in riscontro a quella che il Vallese aveva già sistemato tra Saint-Maurice e Saint-Pierre, esponesse su quel fron– te lo Stato sabaudo a pericoli per la sua sicurezza, considerato il tradizionale buon vicinato colla Repubblica e l'interesse dei paesi svizzeri, « sans esprit de conquete », alla conservazione dello Stato sabaudo. Vignet pensava quindi che fosse opportuno che il Re facesse scrivere al Gran Balivo per richiedere che i delegati alla trattativa che si prevedeva di condurre sui confini, sull' aubaine e sulla tratta foranea, fossero autorizzati anche a trattare per la rimozionne degli altri ostacoli al commercio. Le innovazioni proposte da Vignet des Étoles sollevarono una cauta discussione nell'amministrazione sabauda che alternò voci critiche, persino allarmate, ad altre non sfavorevoli. 73 La valutazione più particolareggiata dell'intera operazione nei suoi 73 Il conte Giuseppe Petitti di Roreto, capo del Consiglio di Commercio, in una memoria del 26 dicembre 1777 ossservò che la risoluzione di favorire il traffico internazionale attraverso la Valle d'Aosta diminuendo– lo in Savoia rischiava di nuocere all'interesse generale dello Stato. Non era detto che la nuova strada giovasse al Chiablese, come sosteneva il Vignet, poiché, anche migliorando le strade di quella regione, era difficile vincere le opportunità e la solidarietà tra i cantoni svizzeri che su quel fronte favorivano la navigazione attraverso il Lemano e le buone strade carreggiabili del Vaud. La costruzione di un magazzino sul valico del Gran San Bernardo non sarebbe stata necessaria se si fosse attrezzata una strada carrozzabile sino a Saint– Rhémy, dove più opportunamente potevano depositarsi le merci in arrivo o in partenza. Al contrario, Rari Opizzoni scrivendo da 1bonon il 12 gennaio 1778, dopo aver esposto accuratamente il regime delle ;ouste; quale si praticava anche sul versante del Vallese, concludeva che h sua abolizione favorendo sicuramente il commercio attraverso il Gran San Bernardo avrebbe giovato al gettito complessivo delle regie gabelle. A ciò avrebbe dovuto contribuire la sistemazione della via attraverso il Chiablese. Nella relazione sul Moncenisio fornita il22 agosto 1778 da Voghera, il direttore delle dogane Alloatti, premessa un'abbondante relazione sul sistema dei flussi commerciali che attraversavano gli Stati sabaudi di terraferma, prospettava i proble– mi che l'apertura di una nuova strada vi avrebbe prodotto. La costruzione di una "scala" per il Gran San Bernardo esigeva che ad Aosta si stabilissero degli spedizionieri capaci di mantenere validi rapporti con le piazze d'oltralpe e che i negozianti di Ginevra, della Svizzera, della Germania, di Genova e d'Italia concor– ressero a favorire quella strada, superando le incertezze di un passo nuovo e non sperimentato, soprattutto nell'inverno. La nuova strada se si fosse affermata avrebbe rischiato di rovinare il transito tra la Riviera, il Piemonte, la Savoia e Ginevra nonché quelli che confluivano al Lago Maggiore e quindi al Sempione verso la Germania. Inolte si sarebbe alterato il sistema dei traffici di cui fruivano le province piemontesi. l:importazione di formaggi dalla Svizzera avrebbe sacrificato quelli della Savoia. I Valdostani avrebbero approfittato dei loro privilegi per accumulare mercanzie pregiate e soggette a forti diritti e immetterle in Piemonte attraverso il Canavese. 67

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