- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014

UNA PIETRA DI CONFINE E UNA SORGENTE; VERTENZE SETTECENTESCHE SUL GRAN SAN BERNARDO agosto 1720 i Valdostani avrebbero goduto di uguale esenzione per le merci che importassero dalla Savoia, da Ginevra o dalla Svizzera, e tutto ciò a condizione che le mercanzie fossero accompagnate da pubblica certificazione che erano destinate a restare rispettivamente nel Vallese e in Valle d'Aosta. Si convenne inoltre che i sudditi dei rispettivi Stati che decedessero nel paese diverso da quello di loro appar– tenenza sarebbero stati esenti dall' aubaine potendo liberamente disporre dei loro beni per testamento, donazione o in altro modo dei beni mobili o immobili ivi posseduti e che gli eredi avrebbero potuto riceverli anche ab intestato nonostante qualsiasi legge, statuto e uso contrari a tale risoluzione. Il testo della convenzione terminava con la subordinazione della sua validità alla ratifica definitiva, come era stato precisato nella convenzione relativa alla delimitazione, restando inteso altresì che quanto era stato convenuto avrebbe perso ogni efficacia se non avessero avu– to effetto la convenzione relativa ad altri oggetti tendenti ugualmente a favorire i legami di buon vicinato, commercio e corrispondenza tra i rispettivi Stati. Con– cludendo la sua relazione del 12 settembre sulla missione svolta, Vignet prevedeva che il Re non sarebbe stato contento dell'esito negativo della trattativa sui punti di mancato accordo, ma egli aveva sottoscritto sugli altri le convenzioni provvisorie per non pregiudicare ulteriori, più fortunate intese. L'avventuroso viaggio di Jean Sébastien Linty nel Vallese Nel carteggio che seguì colla corte di Torino, il Wegener face sapere che la Dieta di dicembre aveva deciso che un rinnovo dell'alleanza non sarebbe stato conveniente in quel momento ma la Repubblica avrebbe avuto cura di mantenere ottimi rap– porti col Re di Sardegna, e che era pronta a ratificare le convenzioni fatte al Gran San Bernardo, sebbene l'esenzione dalla tratta foranea mancasse di una sufficiente corrispettività essendo più vantaggiosa per i Valdostani che per i Vallesani; quanto all'abolizione del diritto di viérie si sarebbero acquisite le conoscenze necessarie. Wegener scrisse poi il5 giugno 1779 che si era già lavorato da anni per l'abolizione della viérie nel Vallese ma non se ne era ancora venuti a capo per via di differenti in– teressi, che sarebbe stato più facile sopprimere quei diriti nel basso che non nell'alto Vallese dove si temevano inconvenienti e disordini, e però si sperava di giungervi col tempo. Il ministro degli Esteri Carron d'Aigueblanche rispose al Wegener che, nonostante gli avanzamenti compiuti per risolvere l'annosa questione, si sarebbe già fatta molta più strada se la forma di governo della Repubblica non avesse richiesto il consenso di un gran numero di soggetti, difficile a attenersi, e se non vi era chi fosse preposto a« mettre les objets sur les quels on traite dans leur vrai jour >>. Per ovviare a questi inconvenienti senza il minimo rumore pensava di approfittare di uno dei segretari 77

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