- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2014
UNA PIETRA DI CONFINE E UNA SORGENTE: VERTENZE SETfECENTESCHE SUL GRAN SAN BERNARDO tà a non menzionarla nel trattato e a convenire che si nominassero dei commissari per rendere più libero il passaggio del Gran San Bernardo e redigere a tal riguardo un regolamento. Era indifferente la forma di un tale articolo, purché fosse inteso che né il Re di Sardegna né la Repubblica avrebbero mai permesso il passaggio nei loro territori a chi volesse attaccare o molestare l'altro Stato. Se i delegati avessero voluto addivenire alla firma del trattato definitivo inserendovi, con la detta clauso– la, il passaggio del colle, Vignet era autorizzato a sospendere l'operazione di cui era incaricato e a firmare un accordo con speranza di ratifica, sub spe rati. Il Gran Balivo e il Consiglio della Repubblica del Vallese deputavano quindi il ban– neret del dizain di Sierre, Jacques Preux, e il governatore di Saint-Maurice, Matter, perché concorressero coi delegati del Re di Sardegna a ripristinare lo stato in cui le cose erano prima del settembre l 778 e ad annullare le convenzioni e i verbali allora firmati. rintendente Vignet si recò sulla montagna il 6 settembre, alle 8 del mattino. 90 Una ventina di Vallesani vestiti d'azzurro vedendolo arrivare si ritiravano dietro il confine, presso il monastero. Egli, sceso da cavallo, si incamminò verso il monaste– ro e ai piedi della scala gli vennero incontro il prevosto e i delegati del Vallese col capitano Vantery, il vice governatore Riche, il fiscale di Saint-Maurice e l'ingegnere de Rivaz. Vignet, fingendosi sfiatato per la vivacità dell'aria, salì nella sala come se fosse padrone del luogo più di loro e sedutosi presso il fuoco espresse freddamente alla compagnia la sorpresa del Re perché la Repubblica non aveva voluto giungere ad arrangiamenti sul passaggio del Gran San Bernardo: non se ne poteva capire il motivo, si perdeva il bene che ne sarebbe risultato e lui vedeva vanificate le sue personali fatiche. Il banneret Preux gli manifestò lo stesso rammarico adducendo soltanto gli ostacoli che si trovavano in una Repubblica in cui c'erano tanti e diversi sentimenti. Passando quindi a ciò che occorreva fare, Vignet cominciò col dar let– tura dell'antica definizione del confine quale era stata sostenuta da parte sabauda in base alle prove letterali e testimoniati a suo tempo raccolte. Al che i Vallesani lo pre– garono, essendo solo autorizzati a rimuovere i termini e a revocare le convenzioni del1778, di non menzionare nel verbale quegli argomenti e quelle pretese. Di fron– te a questa loro riluttanza, Vignet disse che con questa premessa intendeva dimo– strare la condiscendenza usata dal Re verso la Repubblica e propose di fare ciascuno un verbale a parte. Quindi, mentre essi protestavano il desiderio della Repubblica di compiacere il Re e vivere nella miglior armonia nella speranza di aggiustare tutti questi contrasti, egli, per tenerli in pena, disse che bisognava andare a sradicare e cancellare i termini per poi concertare il verbale. Mentre si muovevano, il delegato Preux si sforzava di spiegare che il rifiuto della Repubblica era dovuto alle proteste 90 ASTO, Corre, D. AO.VALL., careg. 2, Le 9 sept. 1780, Rélation de m'le baron Vignetdes Etolesdel'exfcution de la commirsion d'annuller la limitation provisione!le mr le Cmnd St. Bernard 81
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