- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2015

LucA ]Accoo sinodali del 1 307 promulgate da Emerico I di Quart ( 1 302- 13 1 3) annoverano la festa di san Grato tra quelle di precetto per tutta la diocesi 14• La fama di Grato non sembra tuttavia eccedere i limiti cittadini, almeno a considerare la geografia dei santi titolari delle parrocchie rurali, dove il nostro non compare1 5• È opportuno notare a questo proposito come il santo non sia dedicatario di nessuna parrocchia nemmeno in Aosta, tanto meno della chiesa cattedrale che custodisce le sue reliquie1 6• Il lO maggio 1407 il vescovo Pietro di Sonnaz ( 1 399- 1 4 1 0) ordina che la festa del santo venga celebrata con solennità (sollempniter) in qualsivoglia chiesa della dio­ cesi ogni anno il 7 settembre, formulando i motivi che lo hanno indotto a questa determinazione: Secondo un convincimento condiviso, per i meriti del beato Grato, confessore, patrono della nostra chiesa cattedrale [. . . } ijùlmini sono tenuti lontani dal territorio dell'intera nostra diocesi augustana17• Il santo vescovo e confessore si è stac­ cato dallo sfondo anodino delle numerose feste di precetto del 1 307 per occupare il centro della scena, portando con sé un ulteriore titolo: il patronus noster di Ni­ cola I Bersatori è diventato patronus della chiesa cattedrale. Non solo: quasi come contropartita della solennità con la quale si chiede di celebrare la sua memoria, la tutela del santo abbraccia adesso tutto il territorio diocesano, concretizzando spazialmente la relazione con i suoi fedeli. Concreto è anche il suo potere di in- proietra - agli occhi del XXI secolo - nel XIII secolo la reputazione taumarurgica di san Grato e delle sue reliquie. Ma il Grato al quale Genand attribuisce questi poteri non è il medesimo Grato che oggi sappiamo essere stato deposto sotto quella stessa pietra tombale, che dalla Maladière è stata poi trasferita nella chiesa parrocchiale di Saint-Christophe, dove si trova rutrora. 14 Domments re!atifi à l'épiscopat du bienheureux Émeric Ide Quart évéque d'Aoste, a cura di J .-A. Due, Aoste 1 879, pp. 86-87 (a p. 87 il riferimento a Grato). 15 J.-G. RivoLIN, Que!ques remarquesmrlew/te des saints en Va!lée d'Aoste, au MoyenAge, in Le culte etses rites: des témoins manuscrits atiX expressions de la dévotion populaire (Actes du Colloque international d'Aoste, 2 et 3 avril 1993), a cura di M. CosTA, Aoste 1994, pp. 125-128, 1 33; una « statistique sommaire [...] sans doute incomplète et sujetre à erreur » dei titolari delle cappellevaldostane menzionate prima del 1 550 conta cinque cappelle dedicate a san Grato (pp. 134-135, citazione da p. 135). Nel corso dei secoli i valdostani consacreranno al santo le chiese parrocchiali di Valgrisenche e di Pontboset e ventinove cappelle: A. M. C ARE GG I O , La religiosità popolare in Valle d'Aosta. Il culto mariano e la devozione ai santi. Storia, tradizioni, leggende, preghiere, Aosta 1 995, pp. l 03 e nota 1 5, 283. 16 La cosa ha forse stupito il vescovo di Vercelli Giovanni Francesco Bonomi - che nell'ottobre 1 576 visita rapidamente la diocesi di Aosta in qualità di collaboratore di monsignor Girolamo Federici, nunzio presso la corte di Torino - e/o il suo segretario Giovanni Antonio Conturbio, che redige le note relative alla visita, dove leggiamo: « Prelibarus R.mus d. visitator die lune, sumo mane, ad civitatem pervenir Augustanam et ad ecclesiam cathedralem sancti grati diete civitatis missae sacrum celebravit in altari maiori >> (Visitationes parochialium ecclesiarum civitatisAuguste Pretorie, in G. FERRARIS, A. P. FRUTAZ, La visita apostolica di mons. Giovanni Francesco Bonomi alla diocesi di Aosta nel1576, [1958], ora in AA, II (1969), 13, p. 1 77); « Il corsivo è in sopralinea su beate marie cancellato> > (1. cit., nota b). 17 L'<<Extractus Anniversariomm» de la Cathédrale cod. 61, in Les obituaires d'Aoste, a cura di O. ZANOLLI, L. 1 4 CoLLIARD, Aoste 1980 (BAA, 1 0), p. 243: « Meritis beati Grati, confessoris, patroni ecclesie nostre cathe­ dralis [...] opinione communi fulgura repelluntur a territorio totius nostre diocesis Augustensis » (cf. sotto, nota 53). Già nel 135 1 il comune di Pinerolo si rivolge al concitradino Nicola II Bersatori, vescovo di Aosta (1327-1361), dal quale otriene delle reliquie, probabilmente di san Grato, contro le tempeste: P.- É . Due, Il vescovo san Grato cit., II, pp. 1 58-161; HEA, III, pp. 441-442.

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