- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2015

LucA ]Accoo carne e viene modulato in una cassa armonica tanto preziosa quanto necessaria alla promozione del suo culto: nasce il santo "della tradizione", un luminoso futuro lo attende. Questo testo passerà, più o meno compendiato, nelle lezioni storiche di san Grato inserite nei breviari manoscritti e a stampa e nei propri di diverse diocesi del Piemonte e della Savoia, e specialmente in quelli valdostani, fino al nuovo pro­ prio diocesano approvato nel 1 96F'. Di qui deriva l'importanza del racconto che veicola, edito daAmato Pietro Frutaz nell%622• « Historia [ . . . ] tota apocripha », « meritissima fabula », « congerie di favole e di in­ credibili anacronismi », « scritto privo di ogni valore storico »23: il ripetersi nei secoli di giudizi come questi - le citazioni si potrebbero facilmente moltiplicare - non ha di certo giovato la Magna legenda in sede storiografica, ponendo una sorta di pietra tombale sulla sua fortuna interpretativa. Amato Pietro Frutaz fornisce un'antologia dei principali errori contenuti nella leggenda, espunge a ragione dalla cronotassi critica dei vescovi diocesani lo pseudovescovo Grato, noto agli studiosi come Grato II, la cui storicità non è avvalorata, e si rammarica che « i nostri storici » non abbia­ no respinto nettamente il racconto24• I suoi fautori locali si spingono oltre, affer­ mando che « malheureusement cette compilation hagiographique passa par la suite dans les leçons historiques des livres liturgiques valdòtains »25• Leggere le agiografie alla ricerca di informazioni utili alla ricostruzione di un fatto sembra tuttavia agli studiosi sempre più improprio e storiograficamente ingiustificato. Oggi si ritiene che la stessa leggenda sia un fatto, nel senso che essa documenta una mentalità, e il problema critico è piuttosto individuare nel testo agiografico il modello di santità, vedere quale corrispondenza e relazione abbia una concreta esperienza, come risul­ ta dall'agiografia, con i condizionamenti socio-storici e con un ideale di santità26• Prestare attenzione, insomma, alla pia macchinazione agiograjica27• 21 Fonti, pp. 177-178. 22 Magna legenda sancti Grati, nelle Fonti, pp. 1 84-196. Per una sinresi del suo conrenuro L. ]Accoo, Vita e culto di san Grato, in Uomini e santi. L'immagine deisantinelleAlpi occidentali allafine delMedioevo, a cura di S. BAIOCCO, M. C. MoRANO, Milano 2013, pp. 216-21 7, 219, a cui si rimanda per una migliore inrelli­ genza di quanro segue. 23 Fonti, risperrivamenre pp. 202 nora 3 (cardinale Brancaccio, S. Congregazione dei Riri, 1664), 178 nora 2 (Daniele Papebroch, 170 1), 178, 1 83. 24 Ibidem, p. 1 83: « Ciò avrebbe dovuro convincere i nosrri srorici a respingerlo nerramenre e conseguenre­ menre evirare lo sdoppiamenro delle persone di Graro e Giocondo, aurenrici vescovi di Aosra vissuri nella seconda merà del sec. V e agli inizi del VI >>. 25 L. CoLLIARD, La culture valdotaine au cow:r des siècles. Précis bio-bibliographique et morceaux choisis, Aosre 1976, p. 1 1 (corsivo nosrro); D. D AU D RY , Saint Grat: histoire et légende, in BASA, n.s., VI (1997), p. 205: « Malheureusemenr ce récir se diffusa rapidemenr er fur inrroduir avec plusieurs varianres dans rous !es rexres lirurgiques des différenrs diocèses ». 26 Prendiamo a presriro quesre frasi da C. LEONARDI, Presentazione, in Ilgrande libro dei Santi. Dizionario enciclopedico, direrro da C. LEONARDI, A. R:!CCARDI, G. ZARRI, a cura di E. GuERRIERO, D. TuNIZ, I, A-F, Cinisello Balsamo 1998, pp. VII-IX. 27 È il compiro che PHILIPPART, Le riche et encombrant héritage cir., p. 33, affida alla nuova agiologia: « La 1 6

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