- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2015
CINQUANT'ANNI DI VARIAZIONI GLACIALI SUL MONTE BIANCO gran parte dei ghiacciai alpini, ma sul Monte Bianco si è manifestata in forma assai più accentuata che sugli altri massicci. Nelle relazioni delle campagne glaciologiche pubblicate fra il 1970 e il 1989, si nota che le avanzate dei vari ghiacciai italiani sono in genere inferiori ai l O metri all'anno, mentre in quelli del Monte Bianco, questa misura è sempre largamente superata e spesso si raggiungono i 20 e i 25 metri. In quel periodo, nel condurre i sopralluoghi per le campagne glaciologiche, trovavo i diversi ghiacciai di anno in anno più lunghi, più gonfi, più luminosi per via della massa di ghiaccio sempre crescente che giungeva alle fronti. Durante quei 26 anni, in Val Veny, la lingua valliva del ghiacciaio di Lex Bianche crebbe in lunghezza di 740 metri scendendo fino a quota 2.060, mentre la sua grandiosa falesia frontale, larga 300 metri, raggiungeva uno spessore superiore ai 60, tanto che le guide di Courmayeur facevano su di essa scuola di "traction piolet". Il ghiacciaio della Brenva aumentò grandemente di volume; lo spessore della lingua valliva giunse a superare di decine di metri l'altezza delle marene storiche che la fiancheggiano; la fronte che si presentava come una falesia altissima, avanzò verso valle di 490 metri, fino a quota 1 .380, appena 30 metri a monte dall'arco morenico deposto nella massima espansione della Piccola Età Glaciale. Fra il 1 986 e il 1 987 la fronte divenne tanto larga da scavalcare l'alveo della Dora della Val Veny obbli gando il torrente ad aprirsi un lungo condotto sub-glaciale. Anche il ghiacciaio di Toula, tipico apparato di pendio dalla fronte sospesa, ebbe una crescita notevole. La fronte si allargò di un centinaio di metri e scese verso valle di circa 200. Nella Val Ferret il ghiacciaio sospeso di Frebouzie portò la sua fronte a valle della soglia rocciosa di quota 2.400; da quella posizione prese a scaricare sui sottostanti pendii frequenti valanghe di ghiaccio formando, ai piedi della parete, una persi stente larga placca di ghiaccio rigenerato Il ghiacciaio del Triolet, che si stende fra le pareti orientali della Aiguille Lescaux (3.759 m) e quelle occidentali dell'Aiguille du Triolet (3.870 m) è un ghiacciaio dalla fronte sospesa. Esso è alimentato da quattro correnti che si originano a quote comprese fra i 3.800 m e i 3.600 e confluiscono in un largo plateau all'altitudine di 2.700 m s.l.m. Durante la fase "frescà' 1 962- 1 988, le correnti alimentatrici ave vano un bilancio positivo. La fronte del ghiacciaio aveva assunto l'aspetto di una alta falesia che avanzò fin sulla soglia del circo, scaricando valanghe di ghiaccio nel vallone sottostante, un tempo occupato dalla sua lingua valliva6• 6 Durame la Piccola Età Glaciale il Triolet aveva una lunga lingua valliva che, come dimostrano sul terreno le marene deposte, scendeva sul fondovalle della Val Ferret fino a quota 1 .790 m. Dalla seconda metà del XIX secolo tale lingua prese a conrrarsi in modo assai significativo, ma solo nel 1934 avvenne il distacco dal bacino alimenrarore con la riduzione del Triolet alla tipologia di ghiacciai dalla fronre sospesa (cf. C.F. CAPELLO, Rilievi sui ghiacciai di Pré-de-Bard, Allée Bianche e Trio/et nel decennio 1929-1 939, in "Bollettino del Comitato Glaciologico Italiano", l Serie, n. 20/1940, pp. 86-1 1 5). 1 93
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