- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2015

AUGUSTA VITTORIA CERUTTI Il ghiacciaio di Pré-de-Bard, tipico ghiacciaio vallivo, raddoppiò la larghezza della sua lingua, la allungò di 247 metri, fìno alla moderata altitudine di 2.055 m. Essa, nella zona frontale, presentava l'elegante aspetto di una gigantesca "coda di volpe"7• Il clima del Monte Bianco e le sue variazioni Il massiccio del Monte Bianco ha un clima favorevole al glacialismo, in quanto è regolato dai venti occidentali che vengono dell'Oceano Atlantico e sono per­ ciò portatori di notevole quantità di vapor acqueo. Bisogna però tenere conto del "quoziente di nevosità", vale a dire della percentuale delle precipitazioni nevose sul totale delle precipitazioni annue, poiché solo le precipitazioni solide alimentano i ghiacciai. Alla stazione meteorologica del colle del Gran San Bernardo, posta all'al­ titudine di 2.470 m s.l.m., il quoziente di nevosità è del 66o/o; diventa del l 00/ 100 al di sopra del limite climatico delle nevi persistenti. Sul versante italiano del massiccio del Monte Bianco, fra il 1 928 e il 1 973 ha funzionato la stazione meteorologica del Colle del Gigante, posta all'altitudine di 3.320 m s.l.m., ove le letture delle precipitazioni venivano fatte a mezzo di un pluviometro totalizzatore. Nel periodo di osservazione, la media registrata risulta di 2.240 mm di equivalente in acqua8, una quantità assai notevole che corrispon­ de, grosso modo, alla quantità di 2.340 mm rilevata fra il 1 948 e il 1 958 da una stazione francese posta sul versante settentrionale del Monte Bianco alla quota di 3.250 m, citata dal Mercalli9• In base a questi dati i ricercatori stimano che ai 4.8 1 0 m della vetta del Monte Bianco l e cadute neve raggiungano l'equivalente i n acqua di ben 3.000-3.200 mm 10• Se si tiene conto che a Courmayeur la quantità media di precipitazioni annue è di appena 950 mm, si può realisticamente stimare la ric­ chezza di nevosità che alimenta i ghiacciai del Monte Bianco. Lespansione 1 962- 1 988, particolarmente pronunciata sui ghiacciai del Monte Bianco, è da collegarsi ad una variazione del clima "fresca e nevosà'. 7 Riguardo alla fase espansiva 1 962-1988, cf. i seguenri srudi: C. LESCA e E. ARMANDO, Determinazioni delle variazioni superficiali e volumetriche dn/ 1965 n/ 1970 sulghiacciaio di Lex Bianche, in "Bollettino del Co­ mitato Glaciologico Italiano", II serie, n. 18/1970, pp. 65-86; C. LESCA, L'espansione della lingua terminale delghiacciaio del/n Brenvn in base ni rilievifotogrammetrici de/ 1959-1970-1971 in "Bollettino del Comi­ tato Glaciologico Italiano", II serie, n. 20/1972, pp. 93-100; G. 0ROMBELLI e S. PoRTER, Late Holocene jluctuntions ofBrenva glacier in "Geografia fisica e dinamica quarernaria", n. 511982, pp. 14-37. Cf. anche A.V. CERUTTI, L'espansione deighiacciai italiani delMonte Biancofrn i/ 1962 e i/ 1989, in "Geografia fisica e dinamica quaternaria", n. 1 5/1992, pp. 67-74. 8 ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA, Anna/idi statistiche meteorologiche. 9 L. MERCALLI et a/ii, Atlante climatico della Vttlle d'Aosta, Torino 2003, p. 24 1 . I O Ibidem. 194

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