- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2015

CINQUANT'ANNI DI VARIAZIONI GLACIALI SUL MONTE BIANCO .Losservatorio più adatto a fornire una lunga serie di dati utili per la conoscenza del clima del Monte Bianco e della sua evoluzione è quello dell'Ospizio del Gran San Bernardo. Esso, in attività dal 1 8 1 8, è posto all'altitudine di 2.470 m in ter­ ritorio svizzero, una decina di chilometri in linea d'aria a est del Monte Bianco: il suo clima, come quello del nostro massiccio, è prevalentemente regolato dai venti atlantici. Di conseguenza, la qualità del clima rilevato in questo osservatorio è la stessa che caratterizza l'ambiente del Monte Bianco, anche se la forte altimetria del massiccio porta i singoli elementi a valori quantitativamente diversi da quelli registrati sullo storico valico. Al Gran San Bernardo la temperatura media del periodo 1 955-1985 risulta di - 1 oc" (alcuni decimi di grafo inferiore a quella degli anni precedenti) . Le precipi­ tazioni si rivelano assai abbondanti e l'altezza media annua delle cadute neve supera i 1 5 metri. Il professar Philippe Deline dell'Università di Chambéry, nel 2003, alWorkshop su Ighiacciai quali evidenziatori delle variazioni climatiche 12 presentò un grafico, do­ vuto a Haeberli e Beniston, che rappresenta l'andamento delle temperature medie, dall'anno 1 900 al 2000 su tutto il pianeta e nell'area alpina. Nel grafico si nota che fra il 1 955 e il 1 980 la temperatura, soprattutto quella delle Alpi, si mantenne più bassa della media del lungo periodo. Questa situazione climatica fa sì che il limite delle nevi persistenti si collochi a una quota relativamente bassa dando ampio spazio ai bacini di accumulo. Il già citato Catasto dei ghiacciai e delle neviperenni CGI-RAVA, in base alle orto­ foto del settembre 1 975, annota per ciascuno dei 200 ghiacciai valdostani la quota del limite delle nevi persistenti. Per i ghiacciai del Monte Bianco, soggetti agli umi­ di venti atlantici, risultano quote varianti fra i 2.670 m del ghiacciaio della Estel­ lette, il più occidentale, e quindi il più direttamente esposto ai venti provenienti dall'Oceano, ai 3.035 del ghiacciaio di Pré-de-Bard, il più orientale, a cui i venti giungono già parzialmente emunti. Questo dato permette di valutare per ciascun ghiacciaio la superficie del bacino alimentatore, vale a dire l'area su cui il bilancio del manto nevoso risulta positivo; esse, in quell'anno, e molto probabilmente per l'intero periodo della "variazione frescà', risultano tutte notevolmente superiori alla metà della superficie totale dell'apparato di appartenenza, e quindi in grado di garantire ai ghiacciai una alimentazione sicura e abbondante, che li portava ad aumentare di spessore, di volume e di lunghezza. I l lNSTITUT SUISSE DE MÉTÉOROLOGIE, Zurich Anna/es, Station Grnnd-Saint-Bernard. 1 2 P. DELINE, L'enregistrementdes variations du climatd'hier etd'aujourd'huipar !esformes desglaciaim: l'exemple du Val Veny, in Ighiacciai quali evidenziatori delclima, quaderno n. I l della Fondazione Courmayeur, Aosta 2004, p. 72. 1 95

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