- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2015

CINQUANT'ANNI DI VARIAZIONI GLACIALI SUL MONTE BIANCO Miage, il maggiore fra i ghiacciai del versante italiano del Monte Bianco, occupava per largo tratto il fondovalle della Val Veny scendendo, con la larga fronte trilobata, fino all'altitudine di 1 .720 m s.l.m. Più in basso il fondovalle dellaVal Veny era oc­ cupato dalla larga lingua valliva della Brenva, che spingeva la sua corrente fino alla modestissima quota di 1 .380 m s.l.m., nei pressi del Santuario di Notte-Dame de Guérison. Il ghiacciaio di Pré-de-Bard, nell'alta Val Ferret, adagiava la sua elegante lingua valliva dall'aspetto di gigantesca coda di volpe fra le morene storiche a una altitudine di appena 2.055 m. Fatta eccezione per il Miage, ora tutte le altre lingue vallive sono scomparse, gli apparati si sono trasformati in ghiacciai di circo, dalle fronti sospese - all'altitudine di circa 2.400, sulla soglia delle balze rocciose che dominano, in tutta la loro lun­ ghezza, le valli Veny e Ferret. Dal 1 975, il Lex Bianche ha perduto quasi 800 metri di lunghezza e più di 80 et­ tari di superficie; il Pré-de-Bard, 625 metri di lunghezza e 46 ettari di superficie22: della bella "coda di volpe" non resta che una modesta placca di ghiaccio fossile e, della grandiosa cascata di seracchi che la nutriva, una esile frangia di ghiaccio che difficilmente potrà superare la prossima estate. La trasformazione più appariscente è però quella subita dal ghiacciaio della Brenva. Fra tutti i ghiacciai delle Alpi italiane era in assoluto quello che giungeva alla quota più bassa, ad appena 1 .380 m s.l.m., a non più di 30 dalle morene frontali deposte nella massima espansione della Piccola età glaciale. La fronte si allargò più di 1 50 metri, tanto che nel 1 987, come già detto, scavalcò per largo tratto l'alveo della Dora di Veny, nei pressi di Planponquet, obbligando il corso d'acqua a scavarsi un tunnel sub-glaciale23• La contrazione prese inizio nel 1 989. Il fenomeno fu molto presto evidente nella cascata di seracchi che univa l'alto bacino con la lingua valliva, ricoprendo il ripidissimo salto di roccia della Pierre-à-Moulin. In questa seraccata andarono rapidamente aprendosi sempre più larghe finestre rocciose. La situazione si aggravò ancora nell'inverno del 1 997 quando dallo Sperone della Brenva (3.557 m) si staccò una grande frana di roccia che travolse importanti quantità di ghiaccio, particolarmente quello, in precario equilibrio, sulla parete della Pierre-à-Moulin24• Dopo questo evento la continuità fra il bacino superiore e la lingua valliva era affi­ data ad una precaria cascata di seracchi, sempre più esigua. La lingua valliva aveva ormai preso il carattere di un ghiacciaio rigenerato, alimentato più che altro dalle valanghe di ghiaccio che si staccavano dalla soglia del circo. Nel 2004, fra le due 22 FoNDAZIONE MoNTAGNA SICURA, Catasto cir. 23 A.V. CERUTTI, Campagnaglaciologica 1967: ghiacciai de/gruppo de/Monte Bianco. l/ghiacciaio della Brenva, in "Geografia fisica e dinamica quarernaria", n. 1 111988, p. 142. 24 A.V. CERUTTI, Eventi eccezionalimighiacciaide/MonteBianco, in "Rivisra Geografica Ira!iana", n. l 04/1997, pp. 67-74; P. DELINE, Lesgrands écroulements rocheux de 1920 et 1997sur leglacier de la Brenva, "Edirem", Cahier de Géographie, n. 1 /2003. 1 99

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