- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2015
LucA ]Accoo noticie e dei signa mirabilia operati lungo la strada precede infatti a Roma Grato, che in alto mare sederà una tempesta con le sue orazioni46, e che, dopo il prodigioso ritrovamento del capo del Battista, otterrà - consolator piissimus degli afflitti - la resurrezione di due bambini, a Gerusalemmé7. Il paragrafo 42 si chiude con il rientro ad Aosta del vescovo e del discepolo Gio condo, e ad Aosta rimaniamo anche con il successivo capoverso 43, ma con un nuovo e più deciso salto verso la contemporaneità di chi scrive. Aosta, il patrius incolatusAugustensis, dove nonostante qualche volta siamo atterriti dai turbamenti del cielo, dall'urto dei lampi e dalle minacce dei tuoni, grazie all'intercessione di Grato siamo ricondotti a una sicura speranza. Lo abbiamo sperimentato spesso, quando mai o raramente siamo stati colpiti dai danni dei folgora e delle tempestates dei luoghi vicini alla nostra patria. Così l'agiografo, pronto a sottolineare che nella diocesi la securitas è felice lfelix) e dimostrata (probata) e a ricordare pertanto come anche ad Aosta accadano miracoli48• Il nostro tace la morte del santo - che leggia mo invece nelle Lezioni49 -, soprattutto cambia tenore, comparendo come soggetto di quattro verbi coniugati alla prima persona plurale (non lo ha fatto prima e non lo farà dopo) . Le fonti a cui attinge le notizie sono anch'esse prova di un più sicuro approccio: dal « vere noscitur » con cui sono richiamate le nobili origini greche di Grato e dal « fertur veterum notulis » che introduce l'intervento di Carlomagno e di Rolando50, passiamo al racconto dei superstiti e alla memoria - qui non è quella liturgica - dei molti che hanno visto e che ancora sono in vita51 • Così suffragato, quello che sta per raccontare è incontrovertibile (constat), ed è avvenuto ai tempi di 46 Ibidem, 36, p. 1 92: « Suadenribus ram sancre vocis audiru plurimorum diffuso noriciis quam aliis que in via conrigerunr signis mirabilibus >>; 37, p. 193: « Salurn procella rurbarur er eius invalescenre sevicia perrerriri naure er cereri, prosrrarum oracioni servum Dei piis acclamanr vocibus sue sperarum saluris presidium ». Per la rempesra sedara cf. Mr 8, 18, 23-27; Mc 4, 35-4 1 ; Le 8, 22-25: qui però Gesù dorme e - ovviamente - opera il miracolo expotestate, ordinando alla rempesra di cessare. Graro invece lo farà ex oratione, i marinai e gli alrri lo trovano già prosrernato nella preghiera. Notiamo come i suoi compagni di viaggio lo invochino quale presidium della propria sa!tts. 47 Ibidem, 40, p. 194. 48 Ibidem, 43, p. 195: « Felix est et probata securitas nostro hicpresertùn etpatrio incolatuAugustensi, quod, licet inrerdum aereis rurbacionibus, rumorum incussione corruscacionum et minis tonitruorum, ut solitarum moris est seculi temptacionum nostrorum exigenribus cumulis rearuum rerreamur, pia tamen intercessione dulcissimi patris cuius mmc memoria recolitur, sed previa Dei propicianre misericordia, quoniam licet indi gni quesitis suffragiis ad spem cerram reducimur graciam obtinendam, ut sepe quamvis ingrati comperimus nunquam aut raro dampnis percellimur fulgorum ve! tempestarum aliorum respective vicinorum istipatrie locorum » (corsivi nostri). 49 Lezioniperlajèsta disan Grato cit., IX, p. 198. 50 Magna legenda cit., 3, p. 1 84: « Beatus igitur Grarus [ .. .] claram natalium vere noscitur duxisse originem »; 19, p. 1 87: « Eo tempore, ferrur veterum norulis, in darum divinirus auxilium, regnasse obvium alteri pharaonice rabiei [ .. . ] ». 51 Ibidem, 43, p. 195: « Comperimus [ ... ] et superstirum relatu aliquorum recenrique adhuc satis memoria plurium qui viderunr et qui adhuc digni fide nobiscum in vita manenr »; 44, p. 1 95: « Multis videnribus ». 20
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