- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2015
AGIOGRAFiA E ICONOGRAFiA DI SAN GRATO DI AOSTA ALLA FINE DEL MEDIOEVO Per concludere Rimaniamo nel XVI secolo. Nel gennaio del 1 542 il curriculum taumaturgico di san Grato si arricchisce di una nuova prestazione che testimonia la devozione pra tica di cui è fatto oggetto: il devastante incendio che imperversa nei boschi di Brissogne si estingue (soltanto) quando il suo busto reliquiario viene condotto pro cessionalmente al ponte di Villefranche70• Nell'episodio, riferito pochi anni dopo dal canonico Vaudan, Grato mostra - letteralmente - il volto del protettore di una comunità in pericolo. Come nel miracolo di Bona nella Legenda, dove era interve nuto contro lo straripamento del Buthier. Il catalogo dei vescovi aostani del Vaudan si apre proprio con Grato: naturalmente è il santo della tradizione, il contempo raneo di Carlomagno71 • Se la liturgia celebrerà sempre la memoria di un solo san Grato, non si può dire lo stesso per alcuni chroniqueurs valdotains del XVII secolo e numerosi scrittori moderni. Il cappuccino François Genand, che esalta il santo della liturgia come difensore della comunità valdostana (totius patriae tutelaris) e accoglie la reputazione taumaturgica attribuita alla sua lastra tombale72, incomincia per esempio la sua cronotassi - come farà tre secoli più tardi Amato Pietro Frutaz - con i vescovi del V secolo, Eustasio e Grato73• La messa in valore della fonte sulla partecipazione del presbitero Grato al concilio di Milano del 45 1 gli ha probabil mente suggerito di inserire un secondo san Grato, vescovo appunto nel V secolo: è nato Grato I, predecessore del Grato (II) patrono della diocesi inventore di reliquie e taumaturgo. Ma questa è un'altra storia. . . C'è spazio per un'ultima suggestione, che c i consentirà d i spingere l o sguardo fino ai paysages sonores dell'età contemporanea. Tra i signa mirabilia che punteggiano la missione di Grato per il recupero del capo del Battista, l'agiografo nota a tre riprese come il suo arrivo in diverse città sia annunciato dalle campane che si met tono a suonare spontaneamente74• La sottolineatura piace a Giacomo d'Ivrea, che la rappresenta in molti pannelli del ciclo di Vulmix75• Lo stesso elemento colpirà cialmenre pp. 213-245 passùn, e soprarturto a Sacerdoti, vescovi, abati. Santiprotettori delle vallialpine tra arte e devozione. Catalogo dell'esposizione, a cura di R. BoRDON, A. VALLET, V. M. VALLET, Aosta 2013, pp. 31-63. 70 VAUDAN, CatalogltS cir., 62, p. 263. 71 Ibidem, 6-8, pp. 254-255. Lo stesso accade nel catalogo dei vescovi di Aosta compilato da Bonavenrure- Philiberr Bornyon alla fìne del XVI secolo: Fonti, p. 269. 72 GENAND, De reverendissimis simul et religiosissimis cit., pp. 1 45-148; cf. sopra, nota 13. 73 Ibidem, pp. 142-143; Fonti, p. 289. 74 Magna legenda cir., 35, p. 192: « Campane dulces sonirus et festinos absque vi hominum vel quovis mini sterio, sed ex se ipsis dedisse referunrur »; 37, p. 193: « Audito sonitu cimbalorum ex se solis sonanrium [...] cimbalorum inrimarus sono ex se sonancium simili iam dictis "· Così anche nelle Lezioniper lafesta di san Grato cit., IV, V, p. 197. 75 RlviÈRE CIAVALDINI, L'encadrement religieux cir., che parla in proposito di un « récit donr les péripéties se trouvenrscandées par le tempo allègre et miraculeux cles cloches " (p. 141}, coma otto episodi in venriquamo pannelli (pp. 144-145). 25
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