- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2015

ALESSANDRO LIVIERO I nipoti di Pellissier, ossia Jean-Pierre et Jean-Jacques figli di Jean-François suo fratello deceduto, esattamente quattro anni e un giorno dopo il decesso dello zio, rinunciano dunque alla sua eredità. In seguito al suo decesso, avvenuto nella chie­ sa di San Giorgio a Cremano e « suivant les relations qui sont parvenues pour ce regard tant aux superieurs ecclesiastiques que lai:ques de cette province et Duché d'Aoste et suivant les informations par iceux conséquemment respectivement prises pour ce sujet », i nipoti rinunciano a favore di un certo reverendo Jean-Jacques Sen­ tauro, sacerdote nella suddett a chiesa e « confesseur du dit vénérable ». Rinunciano anche ad ogni pretesa che ci possa essere sugli effetti in quel momento risultanti in possesso del sacerdote. In che cosa consistevano questi effetti? Il testo ci dice chiaramente che purtroppo « meme la justice n'en a pris aucune connaissance » . Il venerabile morì in stato di povertà, come del resto era sempre vissuto, ed i soli effetti ritrovati su di lui e nella sua cella furono i suoi manoscritti costituenti la sua eredità spirituale, unitamente ai suoi libri, parte materiale di questa. I nipoti rinunciarono con la clausola ben chiara che << à charges cependanrs que !es dits effets ou soit !es produits d'iceux soienr consacrés à mettre au jour la vie dudit venerable Jean Anroine Pellissier, pour la gioire de Dieu, celle de son serviteur, l'edification et la consolation de la patrie !es particulier et en generai de celle du public >>. Certamente una copia di quest'atto fu inviata al reverendo Sentauro, che diventava il legittimo erede. Non essendo mai stato eseguito un inventario di quanto fu tro­ vato nella sua cella, non si potrà mai sapere con esattezza quanti erano i manoscritti inediti in quella data ancora in suo possesso. Dove possono essere andati dunque a finire? Si tratta di quegli stessi che furono poi pubblicati. Lipotesi più verosimile è che siano confluiti nel grande archivio della congregazione dei Pii Operai a Napoli8• Considerando che il Sentauro era un sacer- 8 Cf. http://it.carhopedia.org/WIKI/Pii_Operai_Carechisri_Rurali: « I Pii Operai. La congregazione, detta in origine "della dottrina cristiana", sorse presso Napoli attorno al !600 a opera di Carlo Carafa ( 1 561-1633) per il servizio dei poveri e l'insegnamento del catechismo nelle zone rurali: la notizia del primo riconosci­ mento pontificio dell'istituto, giunse al fondatore il giorno di Pentecoste del 1606, mentre si trovava nella zona dei Ponti Rossi di Napoli dove doveva sorgere la chiesa di Santa Maria dei Monti (per questo lo stemma originario della congregazione recava il monogramma di Maria, tre monti e la colomba dello Spirito Santo}. Nel 1617 ai padri venne offerta come sede la presrigiosa chiesa di San Giorgio Maggiore a Napoli. La con­ gregazione venne approvata il lo aprile 162 1 da papa Gregorio XV, che murò il suo tirolo in "Pii Operai" (i religiosi, oltre che alla catechesi, si dedicavano a opere di carità e avevano aggiunto ai loro fini la predicazione delle missioni popolari nelle campagne}. I Pii Operai rischiarono l'estinzione durante l'epidemia di peste del 1656, durante la quale si adoperarono molto nell'assistenza ai contagiati e, in massima parre, contrassero a loro volta il morbo: la congregazione ebbe nuovamente inizio grazie a Pietro Gisolfo. Nel !687 ebbero una sede a Roma, prima presso la chiesa di Santa Balbina, poi presso la parrocchia di San Lorenzo ai Monti, e nel 96

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