BASA

- 435 - pure che per alcuni s'è trovato modo, pm per 101- ziativa di pochi volonterosi che per effetto di co– mune concordia, di arrestare, fia dove era possibile, la rovina ed anche di cnrarne i restauri. Ma di fronte a Issogne, acqnistato e conservato <la un artista elettissimo, l'Avonclo; a Verrès, a Fenis acquistati dal governo e ritennti qnali monnmenti nazionali e a qnalche altro, sono pure i castelli di Ohallant., di Graines, di Montjovet, di Ussel, di Oly, di Montmayeur, e cento altri che minaccian rovina anche nelle parti che rimangono e in cui ogni anno lo sgelo e le intemperie asi;;ottigliano sempre più la debole compàgine. E degli stessi castelli di Verrès e di Fenis, che incessante rovina prodncono il tempo o l'incnria per mancanza di re– sta,uri enPrgici che valgano a ritardare l'opera dis– solvitrice ! E cio, ben inteso, nonostante le cure dell'U:fficio per la conservazione dei monumenti del Piemonte, che è retto <la chi è artista e stu– dioso ad un tempo. Ma i mezzi di cni l'Ufficio, corne tutti i nostri, dispone son lirnitatissimi e ad accrescerli non corri>~pondono a sufficienza ainti di Oomuni e di privati. Un tristissimo spettacolo of– fre, per esempio, il castello di Verrès! Vi ho in– dugiato quasi una giornata intera, attratto dalla magia delle linee, dalla grandiosità dei vani, dalla varietà delle profilature in pietra da taglio, cosi che il tramonto mi sorprese fra le rovine: e ho in– dovinato i guasti incessanti che ogni acquazzone deve arrecare in modo irreparabile in quel dedalo di androni, di vani, di stanze aperte prive di ri– paro e in cui il terreno si avvalla e si sprofonda sotto il peso delle macerie che vengono ammuc– chiate qua e là per lasciar l'adito ai visitatori : i

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